SIMONA VENTURA – “Sono sempre stata una persona libera, ma ultimamente non c’erano più le condizioni per questa libertà”. Queste le parole che Simona Ventura ha rilasciato durante in’intervista a Vanity Fair, parlando del suo passaggio dalla Rai a Sky.
“Ho passato gli ultimi due anni in Rai a lottare, a difendere la gente che lavorava con me. Invece che guardare avanti, dovevo guardarmi le spalle“.
La Ventura, finalmente libera da vincoli contrattuali, spara a zero sull’azienda che l’ha ospitata finora.
“Negli ultimi due anni è stata perpetrata, a danno della rete, una vergognosa desertificazione culturale. I veri guai arrivano quando vengono imposte persone che non sanno fare questo lavoro. Un colore politico credo che in Tv lo si possa avere: ma bisogna avere anche la professionalità. Invece, piano piano, sono arrivati gli incapaci, e anche presuntuosi: servi della politica e niente più. La Rai si potrebbe fare con 9 dirigenti, invece che 54: il problema è che ci sono dirigenti capaci costretti a cercare protezioni per sopravvivere a quelli incapaci, che sono lì solo perché protetti… Non saprei dire chi è stato il migliore tra i dirigenti con cui ho condiviso questi anni. In compenso non ho dubbi sul peggiore: Massimo Liofredi“.
La conduttrice, che attualmente si gode le vacanze al mare col partner Gian Gerolamo Carraro, rincara la dose:
“se ho un direttore a lui devo rendere conto, con lui mi devo confrontare, e capisco che possa avere una visione diversa dalla mia. Altra cosa è che distrugga in modo certosino e vergognoso la mia autonomia e la mia voglia di creare e di rinnovarmi. Se uno è competente non si comporta così, piuttosto ti sfrutta, visto che sei il patrimonio della sua rete”.
La presentatrice appare entusiasta del suo appodo a Sky (dove sarà giudice della quinta edizione di X Factor) e si dice speranzosa per la nuova avventura:
“A Sky ho rivisto la Mediaset di vent’anni fa, quella con l’entusiasmo e la voglia di capire. Ora anche Mediaset mi sembra smarrita. E fa effetto, perché un’azienda così, con una struttura dirigenziale di prim’ordine e autori eccellenti, potrebbe proporre programmi che non siano la riproposizione di quelli visti in Rai”: