Melania Rea: il mistero del coltello e l’affidamento della piccola Vittoria

DELITTO REA – Tra gli elementi repertati nel corso dell’inchiesta per l’omicidio di  Melania Rea, la giovane donna di Somma Vesuviana trovata morta il 20 aprile scorso nel bosco di Ripe di Civitella, spunta fuori anche un coltello.

Le analisi dei Ris (Reparto Investigazioni Scientifiche dei Carabinieri) stanno infatti focalizzando l’attenzione non solo sugli abiti indossati da Salvatore Parolisi il giorno della scomparsa di sua moglie, ma anche su un coltello (di cui si è parlato poco fino ad oggi) che è stato ritrovato nel Bosco delle Casermette qualche giorno dopo la scoperta del cadavere di Melania. Di chi è questo coltello? Ci sono impronte e/o tracce biologiche riconducibili a Melania e Salvatore? I Ris analizzeranno l’arma mercoledì prossimo.

Oltre all’inchiesta sull’omicidio, si profila all’orizzonte un’altra battaglia legale: quella per l’affidamento della piccola Vittoria. Parolisi ha fatto sapere di non voler assolutamente rinunciare alla bambina. Nel frattempo, la famiglia Rea, attraverso l’avvocato Mauro Gionni, si è costituita parte civile nell’inchiesta, avanzando un’istanza al Tribunale dei Minori di Napoli per chiedere che venga anticipata l’udienza (ad oggi fissata per il 2 dicembre), con la quale i giudici dovranno decidere riguardo l’affidamento temporaneo della figlia di Melania e Salvatore.

Salvatore Parolisi rischia comunque grosso. Se verrà condatto per l’omicidio della moglie, i magistrati potrebbero revocargli la patria potestà sulla figlia: se davvero è stato lui ad uccidere Melania, significa che l’ha fatto proprio in presenza di Vittoria, una bambina di soli 18 mesi. In una nota con cui la Procura ha inoltrato la richiesta di revoca della patria potestà si legge:

“La condotta di Parolisi è altamente pregiudizievole per la salvaguardia della bambina. Il caporalmaggiore Salvatore Parolisi potrebbe avere compiuto l’omicidio della moglie in presenza della figlia”.

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