Alessandro Del Piero: “Avrei voluto saper dire, Papà ti voglio bene”

ALESSANDRO DEL PIERO – L’unica certezza è che il 30 giugno la sua avventura alla Juventus, dopo venti stagioni, finirà ma Alessandro Del Piero continuerà a giocare. “Giochiamo ancora” è anche il titolo del suo libro in cui il capitano bianconero ripercorre le tappe più importanti della sua vita in un diario intimo.

Il libro inizia dal titolo di un tema delle elementari: “Cosa farò da grande?”: “Allora non ebbi il coraggio di scrivere: il calciatore. Mi vergognavo del mio sogno, perché non mi sembrava un lavoro vero. Dissi che sarei stato elettricista come mio padre Gino, oppure camionista, o cuoco. Oggi, a quella domanda, posso rispondere che le mie partite non sono finite” – risponde Alex in un’intervista esclusiva a Vanity Fair.

Il più grande rammarico di questo eterno campione è di non aver pianto abbastanza per la morte di suo padre: “Ho il rammarico che non abbia conosciuto i miei figli, il dispiacere di non avergli detto “ti voglio bene” qualche volta di più. La sua morte è il dolore più grande della mia vita”.

Il suo sogno era finire la carriera alla Juventus: “Era quello che sognavo. Questi vent’anni sono stati ricchi di emozioni, con momenti straordinari e a volte duri: ho provato il brivido di scrivere quasi tutti i record bianconeri. Ormai però le cose sono cambiate”.

I suoi tifosi però continuano ad osannarlo anche se la stagione che sta per concludersi è stata la più difficile della sua carriera: “La più complicata della mia vita, perché mi ha messo di fronte a una realtà che non avevo mai conosciuto: la realtà di chi gioca poco o niente. Nessuno pensa di meritare l’esclusione, e per quanto io abbia sempre pensato che se gioca un altro vuol dire che se lo merita, questo non significa rinunciare a lottare per conquistare quel posto”.

Quando lo scorso ottobre il presidente della Juventus Andrea Agnelli ha annunciato che questo sarebbe stato il suo ultimo anno con la maglia bianconera è rimasto spiazzato: “Mi ha sorpreso. Ma un capitano non deve mai dimenticare i suoi doveri e quello che rappresenta. La Juventus è impegnata al massimo per vincere campionato e Coppa Italia. Non abbiamo bisogno di polemiche, che del resto non hanno mai fatto parte della mia carriera”.

Infine un pensiero per Piermario Morosini, scomparso tragicamente su un campo di calcio a soli 25 anni:Davanti a una morte così assurda provo un senso di sgomento: la storia personale di Piermario rende questa tragedia ancora più inaccettabile, ci fa riflettere su quanto relativi siano i problemi di tutti i giorni e quali realtà di vera sofferenza ci circondino. Non lo conoscevo ma tutti lo ricordano come un giovane buono, capace di superare le difficoltà della vita anche attraverso il calcio. Lo sport che, per tutti noi che ne viviamo, dovrebbe essere sempre e solo gioia condivisa in campo”.

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