“Sei incinta? Stop al contratto”

ALESSIA PATACCONI – Nel nostro Paese è davvero difficile diventare mamme. Se da una parte l’opinione pubblica sprona le donne a fare figli, dall’altra la dura realtà del mondo del lavoro spinge le donne a pensarci non una ma cento volte prima di rimanere incinte. Se a rimanere incinte sono le super modelle il problema non si pone, anzi. Nella maggior parte dei casi il lavoro per loro aumenta. E’ il caso di Alessandra Ambrosia che ha posato con il pancione per la nuova campagna dei gioielli Vivara.

Le cose cambiano, quando la cicogna arriva nella casa di una normale donna che lavora. Spesso, le donne incinte si sentono dire: “O rinunci a due mesi di stipendio oppure ti risolviamo il contratto per negligenza“. E’ l’ultimatum che l’annunciatrice 31enne di Rai3 Alessia Patacconi si è sentita dire al settimo mese di gravidanza dall’ufficio Risorse Tv della Rai. “Dopodiché mi hanno attaccato il telefono in faccia. Non è accettabile un trattamento del genere, mi rivolgerò al mio avvocato”.

La sua denuncia ha scatenato un putiferio alla Rai. Libera professionista con contratto a tempo determinato in Rai dal 2003, la Patacconi è una delle due annunciatrici del terzo canale. Ha una partita Iva e contratti annuali che finora le sono sempre stati rinnovati alla scadenza, con un compenso annuo di 22 mila euro all’anno. “Il mio contratto prevede anche l’esclusiva televisiva”, spiega a Repubblica,e la reperibilità h24, nel caso ci siano da fare annunci straordinari”. A novembre rimane incinta e lunedì scorso chiama l’ufficio del personale per definire la sua posizione.

Volevo rimanere soltanto due mesi ma quando ho capito che non avrei avuto neanche un euro, ho chiesto la matricola previdenziale per rivolgermi all’Inps e avere l’indennità di maternità per cinque mesi. Al telefono mi hanno risposto che se avessi creato problemi, mi sarebbe stato risolto il contratto “per negligenza”.

In teoria è possibile. All’articolo 23 il suo contratto prevede che «ove l’impedimento impedisse il regolare svolgimento per una durata significativa rispetto alla stagione produttiva, il rapporto potrà essere risolto di diritto, senza alcun indennizzo”».

 

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