Capodanno: le città che vietano i botti per salvare uomini e animali

CAPODANNO – A Venezia, Torino e Bari il 2013 si festeggerà a suon di lenticchie e cotechino. Sì perché anche qui, come in tante altre piccole città e paesini del Belpaese, sono stati vietati i classici botti di Capodanno. Il motivo? Le tante vittime che fanno ogni anno i fuochi d’artificio tra gli uomini (negli ultimi 4 anni si contano 7 morti e ben 1.600 feriti di cui 333 bambini) e tra gli animali.

La specie più colpita dai festeggiamenti per l’anno nuovo? I volatili, come spiega a Corriere.it Massimo Vitturi, responsabile settore caccia e fauna selvatica della Lav: “Trovano riparo e ristoro dal gelo dell’inverno nei giardini e nei cortili dei palazzi e, poi, rischiano di morire schiantandosi contro pali della luce, muri, vetri“.

Ermanno Giudici presidente Enpa nel capoluogo lombardo fa notare che “Gli uccelli diurni la notte dormono su trespoli, grondaie e svegliati dai botti si danno alla fuga, come ogni preda, e sono facili vittime, perché non hanno una vista adattata all’oscurità. Ma accanto al danno immediato alla fauna selvatica, esiste un danno secondario che è quello degli incendi che un fuoco d’artificio può causare se sparato in luogo aperto dove ci sia poca neve e molto secco, anche in inverno“.

Ma anche gli animali domestici sono a rischio. Il cane, per esempio. Trovate qui un utile vademecum per evitare inutili sofferenze al vostro amico a quattro zampe.

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