Krokodil, la droga killer che scarnifica le persone arriva in Europa, le FOTO

Si chiama Krokodil, ed è una droga ancora poco diffusa e conosciuta qui da noi, ma che sta lentamente conquistando anche l’Europa dopo il successo ottenuto negli ultimi 3 anni in Russia, Ucraina, Bielorussia, Siberia e Germania.

Gli effetti sono tre volte più potenti di quelli dati dall’eroina e il costo è decisamente più accessibile. Ma non è solo questo che la rende pericolosa, anzi, pericolosissima: già perché, dose dopo dose, questo miscuglio (tra l’altro facilissimo da riprodurre) di codeina, benzina, olio, detersivo industriale e iodio, provoca in chi lo assume profonde piaghe sulla pelle che spesso portano alla necessità di amputare l’arto. La pelle si squama proprio come quella di un coccodrillo (da qui il nome) e le ossa si sciolgono: gli effetti, inutile dirlo, sono devastanti.

In Italia il primo allarme-Krokodil è scattato ad agosto del 2012, ma ad oggi la situazione pare sia peggiorata. Tutti gli operatori sanitari sono stati messi in allerta dal DPA (Dipartimento Politche Antidroghe) italiano che ha invitato a segnalare prontamente qualsiasi caso sospetto.

Siamo di fronte ad un mix di sostanze molto pericoloso” ha dichiarato da Giovanni Serpelloni, capo del DPA “che dopo essere stato cucinato a domicilio, viene iniettato per endovena dai tossicodipendenti, immediatamente con gravi ed irreparabili danni ai tessuti. Vogliamo ricordare ai consumatori di evitare qualsiasi assunzione di questa sostanza in caso ne venissero in contatto, e agli operatori di segnalare immediatamente eventuali casi riscontrati al Sistema di Allerta, attivando contemporaneamente cure antibiotiche in ambiente specialistico”.

Bastano un paio di iniezioni per creare dipendenza, e gli effetti devastanti si vedono da subito. Già dalla prima dose i tessuti vengono danneggiati in modo irreparabile: il tessuto osseo comincia a dissolversi e la pelle a squarciarsi. I drogati di Krokodil di solito non sopravvivono per più di 3 anni. Solo un tossicodipendente su 100 riesce a disintossicarsi.

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