Marijuana: quanto fa male? 5 ragazzi milanesi ricoverati dopo una canna

Cinque ragazzi nel milanese sono finiti all’ospedale a causa di uno spinello fumato a scuola durante l’intervallo. Quattro di loro hanno accusato nausea e vomito mentre una ragazza, svenuta in classe, è stata ricoverata in codice rosso. Fortunatamente, nessuno di loro è in gravi condizioni e anche la ragazza è stata dimessa dopo alcune ore trascorse in osservazione. Il fatto, però, ha sollevato il problema degli effetti provocati dalla marijuana a breve e a lungo termine.

fumare uno spinelloGLI EFFETTI DELLA MARIJUANA

In Italia, nel 2012, il 22% dei ragazzi tra i 15 e i 19 anni ha provato la marijuana almeno una volta. L’uso è per lo più occasionale ma gli esperti lanciano comunque l’allarme per il consumo costante di spinelli da parte dei giovanissimi. Gli effetti a breve termine sono “una generale situazione di benessere e euforia, cambiamenti dell’umore e delle percezioni. Alle persone spesso sembra che queste ultime migliorino, ma non sempre è vero”, dichiara Giuliana Decorti Benussi a wired.it, docente associato di farmacologia al dipartimento di Scienze della vita dell’università di Trieste.

Sul medio periodo, invece, gli effetti possono riguardare anche “la riduzione dell’apprendimento e della memoria. Si tratta di un aspetto controverso poiché alcuni studi hanno evidenziato la persistenza di questi disturbi. In realtà gli effetti non sono definitivi, ma tendono a sparire nel giro di qualche settimana dopo l’interruzione dell’uso di marijuana”.

In molti, inoltre, si chiedono se si possa morire anche solo fumando uno spinello: “Un aspetto da considerare è il cambiamento nella marijuana utilizzata. Negli ultimi anni, anche a causa delle tecniche colturali, è cambiata la concentrazione della cannabis: in quella del 2014 è tra le 2 e le 7 volte maggiore rispetto a quella di 30 anni fa”.

Gli effetti, dunque, possono variare molto: “Inoltre occorre ricordare che gli effetti farmacologici variano a seconda della situazione psichica dell’utilizzatore e possono essere più evidenti in soggetti più vulnerabili”.

Non va dimenticata, tuttavia, la pericolosità della cannabis associata ad altre sostanze come l’alcol. Nel 2011, uno studio inglese, sosteneva che non era possibile affermare con certezza una correlazione diretta tra il consumo di cannabis e la morte ma se mischiata ad altre sostanze può aumentare il rischio dell’insorgenza del cancro ai polmoni.

Un recente studio tedesco, tuttavia, pone l’attenzione sulla morte di due uomini la cui autopsia ha rivelato un’alta quantità di Thc nel sangue il che significa che avevano consumato cannabis almeno un’ora prima del decesso. Gli stessi ricercatori tedeschi, però, hanno ammesso che si tratta di episodi rari. L’uso della cannabis, dunque, non può essere considerato il motivo reale della morte dei due uomini. David Raynes, portavoce del Uk National Drug Prevention Alliance, ha dichiarato al New Scientist: “Queste morti sono e rimarranno rare. Il rischio reale è rappresentato dagli effetti a lungo termine sul cervello dei più giovani”.

La cannabis, tuttavia, viene utilizzata anche per motivi terapeutici: “È stato dimostrato che riduce la pressione endoculare e dunque può essere utilizzata nella cura del glaucoma, una malattia causata proprio l’aumento della pressione oculare. Inoltre riduce il vomito causato dalla chemioterapia e ha un’azione anti-anoressizzante in pazienti con infezione da Hiv”, dichiara Decorti.

In Italia, al momento, non esistono farmaci pagati dal servizio sanitario nazionale che contengano come principio attivo la cannabis. Tuttavia, in alcune regioni, la marijuana viene utilizzata per motivi terapeutici.

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