Massimo Giletti, “Io presidente della Regione Lazio?”

Massimo Giletti, il conduttore incallito scapolo, si racconta al settimanale Nuovo raccontando alcuni episodi particolari della sua carriera

massimo gilettiMassimo Giletti “Avrei potuto essere io il Presidente della Regione Lazio

Su Massimo Giletti se ne sotto dette di cotte e di crude ma il diretto interessato si è sempre fatto scivolare tutto da dosso accompagnandosi di volta in volta con bellissime donne e, in un’intervista rilasciata al settimanale Nuovo, il conduttore de L’Arena, proprio riguardo alle donne e all’amore ha dichiarato “Non bisogna cercare di innamorarsi. Ci si innamora e basta. Se tenti di cercare hai già perso. L’amore è qualcosa che senti guardando una donna negli occhi. Se lo senti, lo vivi“.

E inoltre aggiunge “La conquista non mi ha mai stimolato. La continuità, però, è uno dei grandi problemi dell’amore. Non c’è una ricetta per andare avanti: è un sentire, è un dare. La realtà si traduce in tre parole: dare senza chiedere. La difficoltà sta nel farlo nel tempo“.

Per cui Massimo Giletti vive la quotidianità senza cercare per forza compagnie femminili, anche perché appena ha un po’ di tempo libero corre dalla 83enne mamma Giuliana che vive a Ponzone, un bellissimo borgo piemontese sorto intorno all’azienda tessile di famiglia. Non ha rimpianti di essere giunto a 52 anni senza aver creato una famiglia, forse l’unico rimpianto potrebbe essere di carattere politico,  ovvero non aver potuto rivestire i panni di Presidente della Regione Lazio.

Massimo Giletti nella stessa intervista, infatti, racconta sorridendo “Minoli mi propose di fare ‘Mi manda Raitre’ e al mio rifiuto chiamò Marrazzo. Se tanto mi dà tanto… avrei fatto il presidente! Sarebbe stato interessante vivere un’esperienza del genere, ma rifarei le scelte di allora“.

Poi però, confessa altra verità, ovvero che più volte ha detto no alla politicaMe l’hanno chiesto e ho sempre detto di no. Posso stimolare molto di più la politica con un certo tipo di televisione che come parlamentare. E poi non mi è mai piaciuto essere uno dei tanti“.

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