Michelle Hunziker: ‘L’unica svizzera che paga le tasse in Italia’

Dopo le nozze da favola, Michelle Hunziker, ormai la signora Trussardi, ha rilasciato una lunga intervista al settimanale di gossip Chi in cui ha parlato della sua vita ma ha affrontato anche argomenti seri come la fuga degli imprenditori dall’Italia per non pagare le tasse e il suo impegno per proteggere le donne dalla violenza.

Michelle HunzikerMICHELLE HUNZIKER A CUORE APERTO

Sono l’unica Svizzera che paga le tasse in Italia. Ma lavoro in Italia ed è giusto che paghi le tasse qui. Ma non giudico le scelte di altri perché capisco anche chi è stufo di pagare senza vedere servizi all’altezza. Io resto qui perché è giusto sostenere il proprio Paese nei momenti difficile. E io sono grata all’Italia perché qui ho trovato l’amore e mi è stato dato tutto quello che ho“, ha dichiarato Michelle Hunziker.

Sulla fuga degli imprenditori, la showgirl svizzera ha dichiarato: “Se imprenditori e manager vanno all’estero non è solo questione di tasse. Chi prova a costruire qualcosa in Italia non è agevolato e c’è una mentalità punitiva verso chi spende soldi e fa girare l’economia: se hai una bella macchina ti fermano con sospetto. Sono per agevolare aziende e imprenditori e rilanciare i consumi. Sono preoccupata, come tutti. Mia figlia Aurora vuole andare a studiare all’estero, come molti giovani e invece penso che dovremmo fare in modo che i nostri figli siano incentivati a restare in Italia o, almeno, a tornarci”.

Michelle Hunziker ha anche parlato del suo impegno a favore delle donne nella sua associazione Doppia Difesa che ha proposto di assegnare un assegno alle donne casalinghe: “Non si è fatto avanti nessuno, non sono argomenti che interessano. Anche per quanto riguarda la violenza sulle donne è bello andare in tv a farsi belli ergendosi a paladini del sesso debole, ma alla fine, a parte la legge sullo stalking, che non è di questo governo, si fa poco. Ora è vero che ci sono più donne nei ministeri, ma hanno tolto proprio quello delle Pari Opportunità e ciò è grave”.

 

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