Umbria, disabile licenziata da Nestlé per un post su Facebook

Licenziata in tronco a causa di un post pubblicato su Facebook: questo è quello che è successo a Marilena Petruccioli, dipendente Nestlé-Perugina dal 1996, componente Rsu e categoria protetta per una parziale disabilità.

La donna ha pubblicato due status che non sono andati giù all’azienda, in particolare l’ultimo. Il 23 agosto Marilena si sfogava sul social network lamentandosi di “tutti quei dirigenti che, da bravi furbetti, hanno utilizzato il loro ruolo per sistemare amichetti, parenti, amichette e se stessi, nascondendo illeciti, creando una bella squadra di furbi arroganti e vagabondi che sono la zavorra che ti porta a fondo sia come paese che come aziende. Poi, se permettono anche di fare i moralisti, i giudici. Ma fateme il piacere, almeno arrivati a sto punto abbiate il buon gusto di tacere“. Come noterete, non c’è alcun riferimento all’azienda.

Il 3o ottobre, però, ecco arrivare il post che costerà caro a Marilena:

Oggi mi è capitato di leggere un provvedimento disciplinare in cui il capo del personale di questa azienda – e badate bene non il proprietario, il padrone – ha usato un termine a dir poco vergognoso: COLLARE. Qualcuno dei suoi superiori dovrebbe fargli un ripassino dei principi che l’azienda per la quale lavora sbandiera ovunque. Il collare lo indossano i cani, non le persone. E certi personaggi che ricoprono certi ruoli dovrebbero stare attenti ai termini che usano in certi atti ufficiali. Tanto più che sembrerebbe che ‘sto personaggio occupi il parcheggio per invalidi quando si reca a rinforzare i muscoli. Peccato il cervello non ne trae beneficio. Disgustata“.

La donna è stata licenziata in tronco, e il suo caso è arrivato addirittura in Parlamento. Secondo il sindacalista della Fai-Cisl Umbria, Dario Bruschi, in realtà Marilena in quei post si riferiva a “un fatto accaduto in un’altra azienda, ma probabilmente una serie di circostanze ha portato a ritenere che facesse invece riferimento alla Perugina-Nestlè” ma evidentemente “l’azienda ha considerato Marilena Petruccioli una Rsu scomoda in quanto ha sempre espresso le proprie idee in maniera chiara e diretta“.

Tutti i livelli della federazione, sostenuta dalla Cisl, da oggi sono impegnati per opporsi a sanare legalmente questo clamoroso autogoal Nestlé – spiega la Fai – che sbandiera codici comportamentali di correttezza e moralità e poi all’oscuro di tutti licenzia una Rsu, soprattutto una lavoratrice con inabilità fisiche“.

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