Michaela DePrince, la ballerina della Sierra Leone che ha commosso Amici: “Non sono la figlia del Diavolo”

Durante la semifinale di Amici di Maria De Filippi, uno dei momenti più toccanti è stato il monologo di Roberto Saviano sulla storia di Michaela De Prince, la ballerina della Sierra Leone che ha dovuto combattere contro la violenza, il dolore e la superstizione. Un momento molto emozionante che ha commosso tutti.

michaela deprinceMICHAELA DEPRINCE RACCONTATA DA ROBERTO SAVIANO

“Vedete, in qualche modo il talento non è qualcosa che cade dal cielo, qualcosa che ti viene riconosciuto così, d’ufficio. Il talento è qualcosa che scovi, scavando e trovando questa strada dentro di te, conquistandola bastione per bastione. Ora questa storia, la storia di Michaela che ho voluto qui raccontarvi, a me personalmente quando ci penso, quando penso a lei, quando penso a tutte le energie, mi porta sempre in un punto semplice. Quante volte è facile dire ‘quello lì ci sta riuscendo perché è raccomandato, perché ha denaro, perché è figlio di, fratello di’. L’augurio che questa storia ci suggerisce è che si lasci perdere, che non si lasci vincere il lamento, ma che invece lasciamo spazio e forza, lasciamo vincere il talento, la possibilità di credere che oltre ogni possibilità di limite, oltre ogni possibilità anche di ostacolo ce la puoi fare.
Ora, la storia di Michaela è una storia davvero incredibile perché oggi Michaela è ballerina professionista del Dutch National Gallery. E’ diventata la ballerina che ha sempre sognato di essere ed è così, ballando, che mostra di essere felice”, diche Roberto Saviano nel suo monologo.

Michaela DePrince è una ballerina della Sierra Leone. Dopo la morte del padre, lei e la madre vanno a vivere a casa del fratello del padre che, però, le maltratta dando loro sempre meno cibo. Come tutte le mamme del mondo, la madre di Machela rinuncia al proprio cibo per far mangiare la figlia e, così, dopo pochi mesi muore anche lei.

Michaela DePrince aveva delle macchie bianche sul corpo e, così, l’ignoranza della gente ha portato ad attribuire a lei la colpa del decesso della madre. La chiamavano “la figlia del diavolo” ed è finita in orfanotrofio, abbandonata e rifiutata da tutti fino a quando non è divenata una ballerina professionista del Dutch National Gallery.

Grazie. Come sapete tutti, mi chiamo Michaela DePrince. Come avete visto, ero molto felice in quel video ma non lo sono sempre stata felice. In Sierra Leone ho avuto una vita molto difficile, mi chiamavano la figlia del diavolo, mi dicevano ‘nessuno ti vorrà mai, chi mai potrebbe volere una bambina così brutta’. Io ho incominciato a credere a queste persone, anche se c’era quella che poi è diventata mia sorella, la mia migliore amica, comunque avevo bisogno di qualcosa in cui credere. Avevo bisogno di qualche cosa per realizzarmi ed è a quel punto che ho trovato quella foto su quella rivista. Mi ha dato speranza, qualche cosa in cui credere. Vedevo questa ballerina, vederla mi faceva felice perché lei lo era e se fossi potuta diventare come lei sarei stata felice. Quando ho cominciato a ballare mi sono impegnata tantissimo, i miei genitori mi hanno sostenuto al 100% come anche i miei amici. Sapete, non è sempre così, non tutti credono in te. Ci sarà sempre qualcuno che ti dirà ‘hai dei piedi bruttissimi, sei troppo grassa’, ci sarà sempre qualcuno che ti dirà ‘devi dimagrire’ ma voi dovete capire che siete perfetti esattamente come siete. Io ero triste però decisa a dimostrare che questa gente si sbagliava e ho capito che forse avrei potuto ispirare gli altri così come quella ballerina aveva ispirato me.
Ecco perché sono qui oggi, perché voglio incoraggiare i giovani a sognare, qualunque siano le vostre condizioni, per quanto poveri o tristi, in qualunque momento, continuate a sognare. Dovete osare, abbiate il coraggio di essere diversi, magari dubitate del vostro talento, ma il talento lo abbiamo tutti. Forse non diventerete una cantante, una ballerina, un danzatore ma forse uno scrittore, uno chef o qualcuno che può ispirare gli altri.
Sono qui quindi per dirvi osate, abbiate il coraggio di credere in voi stessi ed è solo così che potete realizzarvi. Naturalmente dovete impegnarvi e capire che essere diversi dagli altri va bene. Grazie”.

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