Carlo Conti si racconta: “Come padre devo improvvisare, non ho un riferimento”

Carlo Conti è diventato papà da un anno del piccolo Matteo ma fare il padre, per il conduttore, non è così facile fare il padre. Carlo Conti, infatti, non ha mai avuto un punto di riferimento perché ha perso il padre quando era ancora piccolo.

Carlo ContiCARLO CONTI RACCONTA IL SUO PASSATO DOLOROSO

Dovrà chiamarmi babbo – ha spiegato ironico in un’intervista a Soul, su Tv2000 – Se mi dirà ‘papà’ lo porterò subito a fare la prova del Dna. Quello del babbo è per me un mestiere da scoprire, per molti significa imitare o evitare il confronto con il proprio padre, ma io non ho questo riferimento, per cui mi devo inventare ‘babbo’. E’ un’impresa faticosa, ma è un regalo, non a caso abbiamo voluto chiamare nostro figlio Matteo, che significa ‘dono di Dio'”.

Nell’intervista Carlo Conti ha ricordato la sua infanzia dolorosa contrassegnata dalla morte del padre. Il tutto, però, è stato superato grazie al grande carattere della madre, la donna che per lui è stata “consigliera, amica, madre e babbo allo steso tempo”.

La mia vita non è quella di lustrini e paillettes, patinata, quella che si crede dominante nel mondo dello spettacolo – ha detto ancora Conti – Ogni fine settimana vado a Firenze in treno, vedo gli amici di sempre, vado al supermercato. Così facendo, come tutti, mi rendo conto che sono un privilegiato. Sono uno che non si esalta quasi mai quando le cose vanno bene e non mi abbatto se vanno male, mi godo la fortuna di fare questo mestiere”. 

 

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