Fabrizio Corona, la verità shock sulla vita in carcere: “Ecco come ho perso tutti i denti”

Fabrizio Corona ha lasciato il carcere ormai da un anno. Nel corso degli ultimi dodici mesi ha cercato di rifarsi una vita dando il via ad un nuovo progetto imprenditoriale, “Si puede” che lo porta in giro per l’Italia per la promozione di locali e che lo ha spinto ad aprire il primo club in Sardegna. Tra un’ospitate e un evento, l’ex re dei paparazzi ha trovato anche il tempo per scrivere un nuovo libro, “La cattiva strada” con cui ha raccontato come un ragazzo di buona famiglia si trasforma in Corona.

fabrizio coronaFABRIZIO CORONA, ECCO COME HA PERSO I DENTI

Fabrizio Corona si è raccontato ai microfoni del direttore di Panorama, Giorgio Mulè, a cui ha rivelato anche alcuni dettagli della vita in carcere. Si parte, però, con il racconto di ciò che ha scritto nel libro.

Su quella strada ho avuto modo di riflettere nei mesi di comunità del primo periodo post-carcere – rammenta Corona – e negli ultimi anni trascorsi in prigione. Ho capito che avevo finito per perderla. E nello smarrirmi lungo il percorso ha prevalso quel mio istinto di autodistruzione, che probabilmente è innato e che nel tempo ho finito addirittura per trasformare in un vanto”.

“Sono cresciuto in una famiglia borghese – racconta – secondo di tre fratelli, e il turbine della mia esistenza è cominciato quando, a dodici anni, per attirare l’attenzione dei miei, mi sono tuffato di testa in una piscina vuota, con il trauma che vi ha fatto seguito”.

Corona si trasforma in un ribelle e ne dà prova anche durante l’esame di maturità: “Che poi Leopardi era uno sfigato come lei prof”, si rivolge all’insegnante di italiano”. “La vedrei bene al Nepenta, posso farla entrare io, se vuole”. Interviene l’insegnante di matematica: “Sei un bulletto”. “E tu un ciccione omosessuale”, conclude portandosi a casa la bocciatura.

Il giorno più brutto della mia vita” – racconta ancora –  “Quando ho saputo di essere indagato, mio papà era malato di cancro, ormai terminale. Reagì malissimo, mi cacciò di casa, disse che ero la vergogna della famiglia. Morì dieci mesi prima che mi arrestassero”.

Sulla condanna dice: “La mia è stata una condanna morale, ho sfidato il sistema, e il sistema ha voluto infliggermi una pena esemplare” – aggiunge ancora Corona che rivela di avere pochissimi amici veri – “Ne ho pochissimi e purtroppo non li frequento. E anche con i direttori di giornali non ho più rapporti, non ne stimo più nemmeno uno. Presenti esclusi”.

Infine, durante l’incontro, il direttore Mulè ha voluto sottolineare uno dei momenti più brutti della vita in carcere, il pestaggio. Secondo quanto raccontato, Corona è stato pestato in bagno da tre detenuti “senza reagire perchè queste sono le regole del carcere”. In seguito al pestaggio, Corona ha perso tutti i denti che lo hanno costretto a rivolgersi ad un esperto del settore per recuperare il suo vecchio sorriso.

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