Festival di Sanremo 2011: Roberto Benigni a cavallo tra Inno di Mameli e Ruby, il VIDEO

FESTIVAL DI SANREMO 2011- Con Roberto Benigni, si sa tutto può succedere, ma questa volta il menestrello italiano è riuscito a stregare e affascinare il Festivald di Sanremo 2011 presentandosi alla garibaldina, in sella a un cavallo bianco.

Quando si parla del nostro comico più conosciuto e insignito dell’Oscar, si tratta sempre di un evento. Benigni non si risparmia e, nella puntata dedicata ai 150 anni dell’Unità d’italia, si esibisce in un lungo intervento nettamente diviso in due parti. La prima, graffiante, come solo lui sa fare, la seconda decisamente più intensa e dedicata all’esegesi del testo di Mameli.

Avevo qualche dubbio a venire a cavallo perchè per i cavalieri è un periodo poco felice” esordisce il comico toscano, proseguendo “e come addomesticano bene i cavalli alla Rai….è buono buono buono“.

Mi piace lo stile di Morandi, gli possono fare qualunque sopruso e non reagisce il prossimo festival lo facciamo presentare a Bersani” attacca Benigni, assestando poi altre fini stoccate in perfetto stile fiorentino “dov’è la vittoria sembra scritto dal Pd“, continuando poi con “150 anni per una nazione che volete che sono, è una bambina … una minorenne, ‘sta storia delle minorenni è nata a Sanremo con la Cinquetti si è spacciata per la nipote di Claudio Villa. Ruby Rubacuori: l’ho detto, se non ti piace cambia canale e vai sul Due: no, là c’è Santoro“, e ancora, incontenibile “ha detto che è la nipote di Mubarak, bastava andare all’anagrafe in Egitto e vedere se Mubarak di cognome fa rubacuori”.

Poi, si assiste a un cambio di registro, entrando nel vivo dell’analisi dell‘Inno di Mameli. Ed ecco quindi ricordare tutti gli eroi del Risorgimento in un continuo gioco di rimandi, più o meno espliciti, al nostro Premier Silvio Berlusconi.

Cavour è stato il secondo più grande premier della storia, poi lo beccarono con la nipote di Metternick” esclama il comico toscano, proseguendo poi con Garibaldi, “Garibaldi era famoso in tutto il mondo, manco i Beatles, Bono e i Rolling Stones“.

Infine Benigni si addentra più seriamente, quartina per quartina, nello studio del nostro famoso inno. Il modello è quello delle sue celebri letture dei canti della Divina Commedia, ma pur trattandosi di un’appassionante, nonché forbita analisi di Fratelli d’Italia, non mancano richiami all’attualità.

Dov’è la vittoria, le porga la chioma, chè schiava di Roma Iddio la creò. Umberto, è la vittoria che è schiava di Roma, non l’Italia! Umberto, il soggetto è la vittoria!” grida Benigni rivolto al leader della Lega, e ancora, sulla questione del federalismo “L’unità è talmente bella che permette pure che qualcuno dice: non la festeggio!

Da vero fan di Dante, il noto showman non sa resistere e coinvolge il suo poeta preferito, affermando “Anche la bandiera italiana è memorabile, ha i colori descritti dal poeta più bravo del mondo” e poi cita una descrizione che Dante fa dell’amata Beatrice:

Vestita di color di fiamma viva  mi apparve una donna sopra un candido velo  cinta d’olivo, con indosso un verde manto e vestita di rosso vivo“.

In chiusura un inarrestabile Benigni canta, anzi sussurra in maniera quasi reverenziale, l’Inno d’Italia e ci lascia tutti più uniti, commossi e sicuramente più allegri.

E quando vi sembra che la felicità si sia scordata di voi, voi non scordatevi della felicità“. Parole sante!!

Ed ecco per voi l’intervento in versione integrale! Godetevelo!!

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