Melania Rea: un altro militare complice di Salvatore Parolisi

DELITTO MELANIA REA – Mentre l’opinione pubblica attribuisce a Ludovica Perrone, l’amante fissa di Salvatore Parolisi, il ruolo di complice ‘non materiale’ del delitto (per il fatto di essersi legata a un uomo sposato e padre di famiglia), le Procure di Teramo e Ascoli sono sulle tracce del complice reale che ha aiutato il caporal maggiore dell’esercito se non a uccidere, per lo meno a depistare le indagini sfregiando il corpo della giovane Melania Rea quando la vittima era già morta.

Secondo il rapporto dei ROS (Raggruppamento Operativo Speciale dell’Arma dei Carabinieri) il 20 aprile scorso (giorno del ritrovamento del cadavere) la cella telefonica di Ripe di Civitella che serve la zona del bosco delle Casermette, avrebbe agganciato non solo i cellulari di Salvatore e Melania, ma anche quello di un’altra persona: un militare.

Si fa dunque largo l’ipotesi che Salvatore Parolisi abbia avuto un complice nell’omicidio o comunque nel vilipendio del coropo della giovane moglie. Ma il il colonnello dei carabinieri Alessandro Patrizio induce alla cautela: poichè nella zona di Ripe di Civitella, a pochi chilometri in linea d’aria dal bosco in cui è stato ritrovato il cadavere di Melania, c’è un poligono di tiro usato dall’esercito, al momento “non ci sono elementi per attribuire a nessun altro militare la complicità dell’omicidio”. D’altra parte, però, c’è anche un’altra valutazione da fare: non ci sono elementi per escludere che “Parolisi abbia goduto della complicità di qualche altra persona“. Anzi, molti indizi fanno pensare il contrario.

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