Paolo Villaggio: alla mia morte voglio essere bollito

PAOLO VILLAGGIO – Non è la prima volta che il noto comico nostrano Paolo Villaggio parla della morte e della sua in particolare. Ma questa volta lo fa in termini a dir poco sbalorditivi.

Solo l’anno scorso, durante il programma radiofonico Un Giorno da pecora, aveva ammesso di pensare al suicidio. Ora, lo showman, che sta per compiere la bellezza di ottanta anni, ha rilasciato un’intervista alquanto surreale a Marie Claire.

Invece che essere cremato, penso alla possibilità di essere bollito. Mi immagino un bel pentolone in piazza del Popolo a Roma, con i fiori dentro, la preparazione, tu che arrivi e tutti che applaudono. Però devi avere il diritto a essere preservato da cose umilianti, tipo il limone o la carota. La carota può suscitare ilarità!

Prosegue poi, sempre più caustico:

“Dio e l’aldilà sono tra le invenzioni più pericolose della storia del pianeta, oltre alla monogamia. La tv poi è una straordinaria dittatura. Ha avuto la facoltà di abbassare il livello culturale del paese“.

Successivamente aggiunge:

Ne ho fatto parte, ma ho cercato di modificarla e mi sembra di esserci riuscito: la mia tv era paradossale e autocritica, adesso è ipocrita. E infatti non mi invitano più ai talk show

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