Marco Simoncelli, addio a Super Sic. Il ricordo di amici e colleghi

MARCO SIMONCELLI – E’ stata una domenica bruttissima quella appena trascorsa, non solo per il mondo dello sport ma anche per tutti quelli che amano i ragazzi semplici e genuini. Così era Marco Simoncelli, giovane talento del motociclismo italiano, considerato da tutti l’erede di Valentino Rossi, ha perso la vita sul circuito di Sepang, in Malesia, in un tragico incidente che non gli ha lasciato scampo. Dopo essere finito a terra, è stato investito dagli accorrenti Colin Edwards e Valentino Rossi, facendolo restare immobile per terra senza casco. Inutile la corsa in ospedale, Super Sic è morto con arresto cardio-respiratorio.

Più passano le ore, più si fa fatica a credere a quanto successo. Il film di Simoncelli, che sognava di diventare campione del mondo in Moto Gp, è stato spezzato troppo in fretta da un regista spietato e crudele. La morte non dovrebbe avere nulla a che fare con un ragazzo come Marco, tanto forte e grintoso in pista quanto dolce e gentile nella vita.

Non sono frasi fatte, Simoncelli era davvero un campione dal cuore d’oro. Amato dalla gente, dai colleghi, dagli amici per il suo essere gentile, genuino e schietto. Autentico, cristallino. Nonostante il successo, i soldi, le luci dei riflettori, Marco era rimasto il ragazzo della Romagna che sognava di diventare come il suo mito Valentino Rossi. Proprio il Dottore, è apparso tra i più colpiti dalla tragedia. Involontariamente è stato proprio lui ad investire Super Sic che per Vale era come un fratello minore.

Tanti i ricordi di amici e colleghi. PEDROSA ha detto: “A volte ci si dimentica di quanto sia pericoloso questo sport. Quando accadono fatti del genere – ha continuato Pedrosa – c’è poco da dire, tutto il resto non conta. Ho capito che era accaduto qualcosa di grave quando ho visto il padre di Simoncelli, e quando l’ho abbracciato». «Sono cose che non dovrebbero succedere – ha concluso il pilota della Honda – però questo è lo sport e a volte ci dimentichiamo di quanto sia pericoloso il nostro. Simoncelli in pista era molto forte».

STONER: “Appena ho visto i filmati dell’incidente dentro di me sono stato malissimo. Ogni volta che il casco vola via – ha aggiunto l’australiano – è sempre un gran brutto segno”.

MELANDRI: “Buon viaggio Marco, le parole non spiegheranno mai la sofferenza” ha scritto il ravennate su Twitter.

PASINI, il pilota della Moto2 che ha condiviso gran parte della sua carriera con Marco Simoncelli, dalle minimoto al mondiale. “Non riesco a descrivere questo momento – scrive Pasini su Facebook – con te credo sia rimasto un pezzo di me, un pezzo di vita, un pezzo di cuore. Tutte le nostre avventure, battaglie sin da quando eravamo bimbi, bimbi con un sogno. Beh, oggi mi domando se ne vale ancora la pena”.

HAYDEN: ““E’ una giornata tristissima per tutti noi, per la sua famiglia, per i suoi amici. Anche se lottiamo ognuno contro l’altro, siamo tutti come fratelli, siamo una grande famiglia. Sull’uscita, sulla curva, gli è scappata la moto, ha cercato di controbilanciare, ma non ce l’ha fatta. La moto andava verso l’interno e non ce l’ha fatta. Quando siamo tutti là uno sopra all’altro c’è poco fare, ma non credo sia un problema di elettronica. Che possa riposare in pace, era un ragazzo fantastico con un futuro promettente. Il pensiero va a tutte le persone che lo conoscevano”.

DOVIZIOSO: “Di fronte a queste situazioni, le parole non servono. Penso alla famiglia di Marco e tutte le persone a lui vicine, in particolare il papà e la mamma. Anch’io sono padre, ho una figlia e quello che è successo penso sia la cosa più dura. Ho rivisto le immagini della caduta. Quello che è successo mi destabilizza. Provo a rivivere quello che si prova quando si spinge forte in gara e la tragedia è dietro l’angolo. Sono molto rattristato per la perdita di Marco. Era un pilota forte, ha sempre spinto tanto. Corriamo insieme da quando siamo bambini. L’ho sempre visto correre dando il massimo, l’ho visto cadere tante volte senza farsi male, quasi fosse invulnerabile. Assistere a un incidente come quello di oggi mi lascia esterrefatto, mi sembra impossibile”.

MAX BIAGGI: “L’ho avuto compagno di squadra per una sola gara e oggi tutto questo è surreale. Siamo tutti sconvolti per questa grande mancanza, non solo il mondo dello sport. Non ci sono parole adatte in queste circostanze, preferisco il silenzio anche se è doveroso ricordarlo. Il mio pensiero va ai suoi familiari”.

DANI PEDROSA: “Quando accadono fatti del genere c’è poco da dire, tutto il resto non conta. Ho capito che era accaduto qualcosa di grave quando ho visto il padre di Simoncelli e quando l’ho abbracciato. Sono cose che non dovrebbero succedere però questo è lo sport e a volte ci dimentichiamo di quanto sia pericoloso il nostro”.

JORGE LORENZO : “In un giorno così non so proprio cosa dire, non ci riesco: solo che ci mancherà tanto. Marco, riposa in pace”.

Non c’è altro da aggiungere, solo addio campione, addio angelo, che tu possa divertirti anche lassù!

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