Fabrizio Corona: Giovanni Vernia cancella la parodia a Zelig

FABRIZIO CORONA GIOVANNI VERNIA – Giovanni Vernia, l’attore comico di Zelig Circus, ha deciso di non portare più in scena il personaggio di Fabrizio Corona dopo le ultime vicende giudiziare che hanno coinvolto l’ex re dei paparazzi e che lo porteranno a scontare in carcere almeno cinque anni di reclusione. A rivelare la decisione è stato lo stesso Giovanni Vernia in un’intervista a TvBlog.

Ho iniziato a pensare il personaggio e a svilupparlo a marzo del 2012. Poi Zelig lo ha voluto ed è andata in onda la prima puntata proprio una settimana prima che venisse condannato. Quindi la sua fuga all’estero ed infine l’arresto. Nel giro di pochi giorni una serie di eventi che hanno rivoluzionato la sua vita ma anche quella del mio personaggio: tutti i pezzi scritti risultavano obsoleti e si potevano buttare via. Il pezzo andava scritto due ore prima di andare in scena col rischio che succedesse qualcosa (come in effetti è stato per la seconda puntata) che lo facesse diventare superato, anche perchè Zelig non è in diretta quindi star dietro al susseguirsi di questi eventi così repentini diventa ancora più difficile. La paura quindi di diventare stucchevole con cose poco attuali unito anche al pensiero di un uomo che ha commesso sì degli sbagli, ma si stava avvicinando a pagarli con il carcere, mi ha portato alla decisione di sospendere la mia parodia”.

Il perchè Giovanni Vernia ha prima deciso di continuare per poi sospendere la sua parodia: “Quando penso a un personaggio, penso subito a qualcosa di molto originale ma anche di molto realistico. Jonny Groove aveva queste caratteristiche che sono state poi anche la sua forza. Fabrizio Corona anche. E’ originale, perchè nessuno lo ha mai imitato, e non solo è reale, ma è qualcosa di più, Fabrizio Corona “Volente o volante” (come direbbe nella mia parodia) rappresenta una serie di vizi tipici dell’italiano medio (la cura esasperata dell’aspetto estetico, il culto delle belle donne e del lusso, la disobbedienza alle regole… Dopo la sua condanna, la polemiche, i dibattiti, i talk show, tutti incentrati sul fatto se la pena fosse troppo severa, erano spunti meravigliosi per fare satira sulla società in cui viviamo, sulla politica, sugli impuniti, sul governo. Tramite Corona ce n’era per tutti. Era fantastico. Inoltre, quella inaspettata latitanza era un materiale comico eccezionale tant’è vero che è bastato leggere i giornali e raccontare quello che è successo per far ridere. E’ vero che la condanna ha gettato il povero Corona in una condizione drammatica come lo è il carcere ma è anche vero che Bergson nel suo saggio sul significato del comico afferma “Il riso scaturisce solo di fronte a ciò che appartiene direttamente o indirettamente all’ambito propriamente umano; perché possa tuttavia scaturire è necessario che chi ride non si lasci coinvolgere emotivamente dalla scena che lo diverte. Per ridere di una piccola disgrazia altrui dobbiamo far tacere per un attimo la pietà e la simpatia, e porci come semplici spettatori o – per esprimerci come Bergson – come intelligenze pure: “il comico esige dunque, per produrre tutto il suo effetto, qualcosa come un’anestesia momentanea del cuore”. E’ spietato ma è così. Del resto quando Ollio di Stanlio ed Ollio cadeva tutti ridevamo, eppure lui cadeva e si faceva del male. Il comico a volte deve essere un po’ cinico, soprattutto se vuole raccontare la realtà. Detto questo, non continuerò a farlo, ora mi fermerò, vedrò come evolverà la situazione, e se troverò materiale non banale riporterò Corona in scena, altrimenti Corona sarà stato “un bel gioco durato poco”. Le battutine sul carcere non mi interessano, sono scontate e sono una mancanza di rispetto verso tutti. Mi interessa invece disegnare un personaggio, far venir fuori la sua anima, e magari utilizzarlo per fare satira sui vizi della nostra società”.

Dopo la prima serata di Zelig, lo stesso Fabrizio Corona gli aveva chiesto di continuare anche se fosse finito in carcere: “Era appena andata in onda la prima puntata e il giovedì prima della sua condanna mi squilla il cellulare da un numero che non conoscevo, rispondo, ed era Fabrizio Corona. Era molto divertito e si complimentava con me. Ci teneva ad incontrarmi e appena l’ho detto ai miei autori eravamo entusiasti perchè io l’ho studiato su youtube ed incontrarlo e studiarlo da vicino significava sicuramente avere materiale per scrivere altri due anni! Chiuse con una frase che mi fece sbottare a ridere ed era “Se mi mettono dentro, tu continua”. Ovviamente dell’incontro non se ne fece nulla perchè il giorno dopo successe quel che sappiamo tutti. In un’intervista ho dichiarato che non ci eravamo mai sentiti ma era perchè, intervistato durante la sua latitanza, non volevo creare confusione inutile”.

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