Yara, svolta clamorosa: Massimo Bossetti non era solo

Massimo Giuseppe Bossetti è rimasto in silenzio a lungo, mentre i suoi legali cercavano di giustificare la presenza del suo DNA sul corpo di Yara Gambirasio. Poi, all’improvviso, l’uomo ha chiesto di parlare al Pubblico Ministero.

Interrogati su cosa si siano detti Bossetti e il PM durante quel lunghissimo colloquio, i legali dell’uomo si sono limitati a dire che il Pubblico Ministero ha chiesto tutto ciò che c’era da chiedere e Massimo Bossetti ha risposto a ogni singola domanda. Insomma, il contenuto dell’interrogatorio, durato più di due ore, è coperto da segreto istruttorio.

Ma ecco che, secondo il Corriere della Sera, arriva una svolta clamorosa. A quanto pare Bossetti, in un momento di cedimento durante la sua permanenza in carcere, avrebbe rivelato che l’omicidio di Yara Gambirasio sarebbe stato compiuto a più mani. Insomma, accanto a lui, al momento dell’uccisione, ci sarebbe stata un’altra persona.

Nei giorni scorsi il presunto omicida avrebbe avuto una crisi nervosa ed urlando avrebbe chiesto di incontrare il pm. “Una telefonata dal carcere di Bergamo al pubblico ministero: ‘Dottoressa, il Bossetti vuole parlare con lei. Dice che ha un nome da fare, di una seconda persona…'” scrive il Corriere. Secondo l’agenzia giornalistica Ansa, invece “Massimo Giuseppe Bossetti, nel suo interrogatorio davanti al pm, ha ribadito di essere innocente e non ha fatto nomi di altre persone”. Il che non significa necessariamente che non ci siano altre persone coinvolte, ma semplicemente che Bossetti, almeno per il momento, non ha fatto nomi.

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