L’analisi del PC appartenuto a Bossetti ha infatti rivelato una serie di ricerche su internet le cui parole chiave (“ragazzine”, “adolescenti”, “minorenni”, “tredicenne” associate a termini come “provocanti”) sono decisamente sospette. Bossetti, o chi per esso, aveva addirittura tentato di cancellare la cronologia dopo ogni ricerca, ma le indagini sul computer sequestrato hanno portato alla luce la scabrosa verità. A rivelarlo è il settimanale “Giallo”, nei numeri 30 e 31 di settembre.
E non è tutto. Già perché l’aspetto più misterioso della faccenda riguarda il comportamento della moglie di Bossetti, Marita Comi. La donna, nonostante la profonda crisi coniugale che stava e sta attraversando col marito, fatta di litigi e tradimenti, ha dichiarato e sostenuto che il Pc sequestrato veniva utilizzato prevalentemente da lei, e non da Massimo. Perché una moglie che tradiva il marito (come confermato dagli stessi amanti della donna) rischierebbe il carcere per difenderlo?
Marita non ha potuto niente, però, quando gli inquirenti hanno scoperto che l’ultima di quella lunga serie di ricerche compromettenti era stata fatta una mattina di maggio in cui Bossetti era assente dal cantiere (come confermato dai colleghi) e solo in casa, considerando che il figlio era a scuola e Marita fuori casa.
Riusciranno queste prove a incastrare definitivamente l’uomo?