EBOLA: sintomi, diffusione in Italia, cause, cura e prevenzione

Guinea-Bats-EbolaEbola: un termine che in questo periodo è in grado di mettere sull’attenti chiunque. L’Ebola è un virus molto aggressivo appartenente alla famiglia dei Filoviridae e potenzialmente mortale per l’uomo. L’epidemia cominciata ad aprile 2014 è la più grave e preoccupante che si sia verificata da quando il virus Ebola è stato scoperto nel 1976 in Congo.

Ebola: cause del contagio

Il virus dell’Ebola viene contratto dal primo soggetto umano a causa del contatto con animali infetti (l’essere umano deve venire in contatto con i fluidi dell’animale infetto o deve cibarsene), dato che il serbatoio principale dell’ebola sono proprio alcune specie animali, primi tra tutti i pipistrelli e in particolare le cosiddette “volpi volanti” che, a differenza dell’uomo, convivono benissimo con il virus di cui sono portatori e non manifestano alcun sintomo. Non ci sono invece prove che il contagio possa avvenire per colpa di una puntura d’insetto perché il virus Ebola si diffonde solo tra mammiferi e pipistrelli.

ebola-contagioIl virus può essere passato ad altri esseri umani attraverso fluidi e secrezioni corporee (saliva, muco, sangue, sudore, lacrime, feci, urina, vomito, sperma…) o via oggetti (come gli aghi delle siringhe ma anche un cellulare usato da un’altra persona, la tastiera di un bancomat, la maniglia di una porta) che sono entrati in contatto con fluidi infetti. In molti piccoli ospedali africani si scatenano ver e proprie epidemie fulminanti di Ebola proprio perché a causa dell’estrema povertà il personale medico è costretto a “riciclare” aghi e strumenti chirurgici, riutilizzandoli su più persone. Anche la pulizia e i rituali compiuti sui cadaveri dei malati è tra le principali cause di contagio.

Gli uomini non sono contagiosi finché non sviluppano i primi sintomi quindi se si entra in contatto con un malato quando questo ha già contratto il virus Ebola ma non manifesta ancora nessun sintomo non c’è pericolo. La contagiosità dura finché sangue e fluidi contengono il Virus Ebola. Pensate che, secondo Viaggiare Sicuri, il virus riesce a resistere nello sperma anche fino a 3 mesi dopo il contagio e anche a distanza di 7 settimane dalla guarigione clinica lo sperma può infettare chi viene a contatto con esso.

Ebola: i sintomi

I sintomi più comuni del virus ebola sono febbre, forte mal di testa, dolori articolari e muscolari, debolezza, diarrea, vomito, dolori addominali e inappetenza. Trattandosi di sintomi aspecifici e tipici anche di altre malattie, la diagnosi precoce del virus Ebola è molto difficile. In alcuni casi possono manifestarsi anche rash cutanei, congiuntivite, singhiozzo, tosse, mal di gola, dolore toracico, perdita di peso, difficoltà di respirazione, difficoltà di deglutizione ed inspiegabili emorragie. I test effettuati in caso di presunto contagio sono il test ELISA (Enzyme-Linked ImmunoSorbent Assay), IgM e PCR. Il periodo di incubazione, ovvero il tempo che passa dal contagio all’insorgere dei primi sintomi, varia da 2 a 21 giorni.

Ebola: mortalità

Il tasso di mortalità del virus Ebola è molto alto e varia dal 50% all’89% (a seconda dei ceppi, per il momento ne sono stati individuati e isolati 5 diversi) poiché il virus è in grado di interferire con le difese organizzate dal sistema immunitario. In media, la morte può sopraggiungere una decina di giorni dopo la comparsa dei sintomi. In caso di sopravvivenza, la ripresa è comunque molto lenta e non sono rare conseguenze come epatite, infiammazioni a occhi e testicoli, stanchezza e perdita dei capelli.

Ebola: cura

come-prevenire-lebolaPurtroppo, a oggi, non esistono farmaci in grado di uccidere il virus. Gli unici trattamenti possibili si limitano alla mera gestione dei sintomi del paziente tramite somministrazione di flebo con liquidi ed elettroliti, cura di eventuali infezioni, mantenimento della corretta pressione sanguigna e dello stato di ossigenazione. Il trattamento dovrebbe cominciare subito, ma date le difficoltà di diagnosi precoce spesso non è possibile.

Ebola: prevenzione

Per prevenire la diffusione del Virus Ebola è necessario isolare il malato. Non esiste ancora un vaccino per cui per il momento non si può far altro che tenersi lontani da noti focolai e persone infette. Fondamentale, soprattutto per chi viaggia, l’igiene: lavarsi spesso le mani con sapone o alcool è importantissimo.

 

Ebola in Italia: siamo a rischio?

Qual è il rischio che il virus Ebola arrivi anche in Italia? Secondo gli esperti la percentuale di rischio è di circa il 5-10%. L’Italia non è tra i paesi più a rischio ma rientra comunque nella lista dei primi 20.
In merito all’allarme suscitato dall’epidemia in atto in Africa occidentale la Società Italiana di Malattie Infettive e Tropicali ribadisce che la diffusione dell’epidemia all’interno del territorio nazionale è da considerarsi improbabile” ha dichiarato Massimo Galli, infettivologo Simit (Società Italiana di Malattie Infettive e Tropicali).

I motivi per cui gli italiani dovrebbero stare tranquilli? I sintomi dell’Ebola sono talmente “severi” e l’incubazione talmente breve che difficilmente qualcuno che ne fosse affetto avrebbe le forze e il tempo per intraprendere uno spostamento intercontinentale. Tutti i profughi che, per esempio, arrivano in Italia via mare sui barconi sono assolutamente “sicuri” poiché se avessero contratto il virus Ebola in Africa non sarebbero mai arrivati vivi in Italia. Più alto il rischio in caso di spostamenti aerei, anche se l’Italia non ha voli diretti con le nazioni africane maggiormente colpite dall’epidemia, e per arrivare nel nostro paese un malato di Ebola dovrebbe prendere un volo per un paese europeo e poi prenderne un secondo per venire nel nostro Paese. Gli esperti sostengono che bloccare i voli dall’Africa non aiuterebbe e anzi, provocherebbe gravi ritardi e disagi ai volontari che si preoccupano di portare aiuti e infrastrutture in Africa e che stanno facendo di tutto perché l’Ebola non diventi un’epidemia mondiale.

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