Torino shock: file di clienti per la giovane prostituta col pancione

wallpaper-2521845TORINO – Ha solo 20 anni ed è incinta di 7 mesi. Ma Diana (nome di fantasia) fa la prostituta e non ha certo la maternità pagata: deve continuare a lavorare. Anzi, se possibile lavora ancora più di prima dato che da quando il suo pancione è diventato più evidente i clienti fanno letteralmente la fila (sì, proprio come al supermercato) per poter usufruire dei suoi “servizi”.

Una vicenda tristissima raccontata dal Corriere della Sera grazie alle segnalazioni dell’associazione che combatte il traffico di esseri umani Slaves no more.

Tutte le notti Diana è lì, a disposizione dei suoi clienti sempre più esigenti e numerosi, costretta a suon di botte dai suoi protettori.

Per loro è una miniera d’oro visto – racconta suor Eugenia Bonetti, presidente dell’associazione Slaves no more – proprio grazie al suo stato interessante, li fa guadagnare due o tre volte la tariffa ordinaria. Un’attrazione da sfruttare finché dura, fino a che non sarà in grado di soddisfare le aberranti fantasie: una mamma, poco più che bambina, senza preservativo. Prestazioni non protette che rischiano di infettare lei e il bimbo che porta in grembo“.

Di storie come questa ce ne sono tante –  ha raccontato al Corriere suor Eugenia  – Le prostitute schiave a volte lavorano fino a pochi giorni prima del parto, con turni massacranti per soddisfare le numerose richieste. Per alcune di loro, però, la maternità segna un cambiamento: trovano il coraggio di scappare e anche di denunciare. In molti casi sono proprio i bambini a salvare le loro mamme“.

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