Una vicenda tristissima raccontata dal Corriere della Sera grazie alle segnalazioni dell’associazione che combatte il traffico di esseri umani Slaves no more.
Tutte le notti Diana è lì, a disposizione dei suoi clienti sempre più esigenti e numerosi, costretta a suon di botte dai suoi protettori.
“Per loro è una miniera d’oro visto – racconta suor Eugenia Bonetti, presidente dell’associazione Slaves no more – proprio grazie al suo stato interessante, li fa guadagnare due o tre volte la tariffa ordinaria. Un’attrazione da sfruttare finché dura, fino a che non sarà in grado di soddisfare le aberranti fantasie: una mamma, poco più che bambina, senza preservativo. Prestazioni non protette che rischiano di infettare lei e il bimbo che porta in grembo“.
“Di storie come questa ce ne sono tante – ha raccontato al Corriere suor Eugenia – Le prostitute schiave a volte lavorano fino a pochi giorni prima del parto, con turni massacranti per soddisfare le numerose richieste. Per alcune di loro, però, la maternità segna un cambiamento: trovano il coraggio di scappare e anche di denunciare. In molti casi sono proprio i bambini a salvare le loro mamme“.