“Noi ne eravamo certi fin dal principio – ha dichiarato Bruno, il padre di Domenico, a Corriere.it – Avevamo fiducia in Domenico. Sapevamo che era un ragazzo responsabile. Un figlio non si può tenere al guinzaglio, allora lo si mette alla prova, si fanno fare delle scelte responsabili e noi sapevamo come si comportava Domenico“.
Bruno non riesce a capire perché i compagni di classe del figlio non abbiano ancora raccontato la verità su quello che accadde quella terribile notte (“Pensavo che i ragazzi a questo punto parlassero, che raccontassero quello che è davvero successo“), ma di una cosa è sicuro: “Certamente non si è trattato di un suicidio né di un incidente. Cadere da quella finestra per errore è praticamente impossibile. Ci sono stato, ho visto l’hotel“.
Bruno ha fiducia nelle indagini (“So che sono impegnati ottimi investigatori, un magistrato che mi dicono essere un professionista scrupoloso“) ma pretende delle risposte. E subito: “Devono darci una risposta logica. In caso contrario ci devono dimostrare cosa può essere accaduto“.