La procura di Szeged ha aperto un’inchiesta sul deplorevole gesto della donna, la redazione per cui lavorava l’ha licenziata, ma quel che è peggio, per Petra, è che il video del suo sgambetto ha fatto il giro del mondo e in particolare di Facebook, dove milioni di persone chiedono che la reporter venga adeguatamente punita, augurandole persino la morte.
Petra ha deciso di dire la sua, e l’ha fatto con una lettera pubblicata dal Guardian.
«Non sono una razzista senza scrupoli, una reporter calcia-bambini. Non merito di essere al centro di una caccia alle streghe, non merito le minacce di morte» ha subito specificato la giornalista, adducendo come giustificazione un attacco di panico: «Mentre stavo riprendendo con la telecamera, centinaia di migranti hanno sfondato il cordone della polizia. Uno di loro mi stava per travolgere e io mi sono spaventata. Qualcosa è scattato in me, ho pensato che mi stavano attaccando e ho cercato di difendermi. È difficile prendere buone decisioni quando sei nel panico».
Petra, che è stata ripresa anche mentre colpiva una bambina, cerca compassione ricordando di essere, al momento, una madre disoccupata con dei bambini piccoli. «Ho solo fatto una scelta sbagliata» ammette a un certo punto,