Parigi: Luciana Littizzetto e il monologo sugli attacchi terroristici (VIDEO)

In momenti come questo è difficile fare il nostro lavoro. Lo sostiene Luciana Littizzetto, e noi, che scriviamo di cronaca rosa, non potremmo essere più d’accordo. Ma lo spettacolo deve andare avanti, ed è per questo che Lucianina, a Che Tempo Che Fa, ha deciso di mettere ugualmente in scena il suo monologo settimanale, nonostante i fatti di Parigi. Solo che, anziché scherzare su personaggio, curiosità e politica, la comica ha deciso di leggere il pezzo scritto da Aldo Cazzullo sul Corriere che per una volta ha strappato lacrime e non sorrisi ai telespettatori.

«Resilienza è una parola bellissima: vuol dire capacità di far fronte ai traumi in maniera vitale e forza di ricostruirsi, restando sensibili alle cose positive che la vita offre, senza perdere l’umanità». Così comincia l’articolo, letto con voce ferma dalla Littizzetto.

«Sono resilienti quelli che sono usciti dallo stadio cantando la Marsigliese. I musicisti di strada che davanti al Bataclan hanno suonato We shall overcome. I commessi di Hermes e Kenzo che stamattina hanno detto ai direttori dei negozi che sarebbe stato meglio chiudere per lutto. I verdurieri che nonostante i consigli della prefettura hanno aperto il banco ai mercati rionali».

«I ragazzi in fila per donare il sangue. I dipendenti comunali che hanno passato il giorno libero a pulire il sangue sui marciapiedi. Quelli che su Facebook aggiornano la bacheca «dimmi che sei vivo». Gli anziani che nella notte hanno aperto la porta di casa a sconosciuti che avrebbero potuto essere i loro nipoti. I 400mila che hanno cliccato il video dei ragazzi che escono dallo stadio cantando la Marsigliese. Quelli che si sono alzati con l’idea di restare in casa tutto il giorno e al pomeriggio sono usciti».

«I terapeuti che hanno aperto un ufficio di «psicological help» nel municipio del quartiere più colpito. I poliziotti che alle cinque di sera hanno placato una rissa tra neri e algerini in rue de Rivoli dicendo: “Vi rendete conto che sono successe cose più importanti della vostra rissa?”. Quelli che hanno messo in Place de la République lo striscione nero con il motto di Parigi: Fluctuat nec mergitur, la barca oscilla tra le onde ma non affonda. Chi ha scritto sui muri del Marais “alla fine non vincerete voi”. L’immigrato cambogiano con la fisarmonica che sulla passerella di fronte al Louvre suona la Vie en rose».

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