La vegana pentita: “I vegani ammettano che in realtà lo fanno solo per…”

1057914Anna Kavaliunas è stata vegana convinta per anni, ma oggi è ufficialmente una “pentita”, e come tale ha voluto raccontare la (sua) verità in un post pubblicato su refinery29.com che ha scatenato una marea di polemiche.

“Ci sono molte ragioni per cui le persone fanno questa scelta: per prendere una posizione contro il maltrattamento degli animali, per sostenere le aziende agricole locali o boicottare le grosse aziende alimentari – ha scritto Anna sul sito –  Ma in realtà, c’è un intero sottoinsieme di vegani che vogliono semplicemente vedersi bene in un bikini a fascia, me compresa. Per noi la vanità trionfa sull’etica e cambiare il mondo è solo un effetto marginale“.

Insomma, Anna è diventata vegana per un motivo molto semplice: dimagrire. Ed è convinta di non essere l’unica ad aver avuto questo genere di motivazioni… “Ho aderito volentieri a questa moda del cibo che mi sembrava trendy perché volevo essere una di Los Angeles. Fisico tonico, bello, agile. Ma più andavo avanti più mi allontanavo da quella che ero stata fino a quel momento, non era un semplice cambiamento di dieta, ma di identità. I miei amici  sottolineavano questa trasformazione, io diventavo sempre più magra, ma quando stringevo il mio petto ossuto in un top mi sentivo bene e non mi importava“.

L’adesione alla dieta vegana le ha provocato gravi problemi alimentari: in pochi mesi, Anna ha cominciato a soffrire di anoressia, complici le 3 ore di allenamento giornaliere e alcune scelte alimentari estreme (“niente carne, niente latticini, niente glutine, niente zuccheri raffinati, forse un po’ di aria, se sei fortunato”) che niente avevano a che fare con una vera ed equilibrata dieta vegana.

 

Per rimanere fedele al proprio regime alimentare, Anna ha cominciato a evitare aperitivi, feste, cene con gli amici. Poco a poco, per fortuna, si è resa conto di come si stava riducendo: “Dov’era la vibrante energia? Dove la grazia e la pace che presumibilmente dovevano accompagnare questo regime così rigido che avevo scelto? Tutto quello che sentivo era vuoto. Avevo sradicato il mio grasso corporeo, la vita sociale, la personalità. Ma piuttosto che ammettere che ero caduta in una spirale, nascondevo tutto dietro al veganismo“.

Poi, la svolta: “Un giorno mi sono ritrovata a fissare per 20 minuti una bistecca di controfiletto, era perfetta e simboleggiava tutto quello che non ero più e che avevo perso: il mio essere divertente, le uscite con gli amici, il bere vino. Dall’altra parte c’era la nuova me: ossessionata dal cibo, con la sua lattuga fatta in casa, terrorizzata dal mangiare qualsiasi cosa fosse fuori dalla mia lista ‘sicura’. Non ho mangiato la bistecca quel giorno. Sarebbe stata la via più facile. Non volevo tornare semplicemente indietro e ignorare ciò che avevo sperimentato nel corso dell’ultimo anno. Non avevo bisogno di un pezzo di carne per trovare me stessa. Avevo bisogno di iniziare una relazione significativa con il mio corpo per la prima volta nella mia vita, e smettere di saltare tra gli estremi“.

Oggi, nonostante il suo stomaco faccia i capricci e non sia facile reintrodurre cibi abbandonati per mesi, Anna si sta riprendendo: “Sono ancora vegana, anche se non una militante. Sto imparando a fidarmi del mio corpo, piuttosto che lottare contro di esso. Fino ad ora, non ho mai capito quanto la mia personalità fosse legata al cibo che mangiavo, il cibo non era solo una poltiglia confusa di macro e micro nutrienti; era una fonte importante della mia identità. Ma ora, finalmente sto imparando a separare le due cose, cercando di vivere senza etichette“.

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