Miriam Leone svela: “Piero Angela mi ha insegnato come trovare il vero amore”

Miriam Leone si racconta ai microfoni del settimanale Grazia svelando alcuni aspetti del suo passato. Bellissima e con una carriera in discesa, la vita di Miriam Leone è cambiata improvvisamente nel momento in cui sembrava che la sua strada fosse stata già disegnata.

miriam-leoneMIRIAM LEONE E IL VERO AMORE

A scuola ero una ragazza un po’ ribelle, anticonvenzionale. Per un periodo ho avuto anche i capelli fucsia lunghissimi: oggi le adolescenti li portano, ma 15 anni fa no. E, soprattutto, amavo studiare” – racconta Miriam Leone che non si aspettava neanche di diventare Miss Italia.

“Era il mio 23° compleanno. Eravamo in famiglia, facciamo un brindisi: ‘A Miriam, che speriamo l’anno prossimo si laurei, si sposi, faccia dei figli’. In quel momento mi sono detta che forse queste cose le avrei volute, sì, ma non prima di avere viaggiato, di avere visto quello che c’è fuori. Sarà anche stata la condizione del’isolano, curioso di attraversare il mare scoprire che cosa c’è, ma il treno passava in quel momento e dovevo prenderlo. Poi c’è sempre un ritorno, è l’Odissea, no? Quello che ti mette pace e ti riporta all’equilibrio con le tue radici“, aggiunge la conduttrice de Le Iene.

“Se uno rimane tutti i giorni sul divano, è difficile che succeda qualcosa – prosegue – Devi uscire a cercare, e magari trovi quello che non stai cercando. Il mio papà mi diceva: ‘Ti devi sempre preparare per 20 se vuoi avere 10’. Devi sempre spostare il tuo orizzonte più avanti, seminare. E poi certo, anche aspettare. Sa che cosa mi ha detto una volta il divulgatore Piero Angela?. Gli ho chiesto se esiste una possibilità scientifica d’incontrare l’anima gemella e lui mi ha risposto: ‘Certo, c’è una statistica infallibile: più esci, e più incontri persone’. E se lo dice lui…”.
Ai colleghi, come Bianca Guaccero, che l’accusano di tirarsela, Miriam Leone risponde così: “Oggi mi rendo conto di essere diffidente, ma è il mio modo di proteggermi da sola. Un po’ come dire: se c’è l’Apocalisse ho sempre un pezzetto di pane vecchio nella tasca. Mi fido di me stessa e del mio istinto, che è più vicino e più forte. Le faccio un esempio: le mie sopracciglia. Sono state per anni lo specchio delle mie insicurezze. Le ho sempre depilate, al punto di rovinarle completamente. Ci ho messo quattro anni a farle ricrescere, mettendoci su olio di ricino tutte le sere. Ecco, quando accetti la faccia e i difetti che hai, acquisti un potere enorme. Non è una questione di vanità, è la saggezza di certe leggerezze delle donne”.

E poi: “Credo che Facebook sia la versione 2.0 del ‘cuttigghiu’, il cortile siciliano. Solo che se dici qualcosa sotto casa, alla tua amica, finisce tutto lì. Online, invece, diventa una notizia. Ma, se devo essere onesta, non me ne importa niente. Dopotutto nel mio mestiere sei sempre sottoposta al giudizio degli altri, non ci faccio più caso”. Fa caso, invece, “all’affetto del pubblico: hanno addirittura lanciato una petizione per chiedere che venga prodotta un’altra stagione di Non uccidere. Mi ha riempito di gioia la stima di chi mi segue. Senza di loro non ci sarebbe stata questa intervista, questo servizio fotografico, lo stesso mio lavoro non avrebbe senso”.

Impostazioni privacy