«La signora che entrò da quella porta era una vedova, che mio nonno aveva conosciuto al cimitero, dove l’uno e l’altra portavano i fiori a quei coniugi che non c’erano più – continua il cantante – Immagino che il sentimento sia nato piano piano, incontro dopo incontro, parlando del loro dolore, fino a quel giorno in cui lei entrò nella casa e nella vita di quella famiglia monca. Non so se il loro sia stato un amore come lo intendiamo noi adesso, o più probabilmente una più pratica forma di mutuo soccorso in cui una donna sola e un uomo solo univano le loro forze per crescere degli orfani. In ogni caso a me è rimasta questa idea di famiglia come un posto dove ci si aiuta, e che può prendere non una ma tante forme».
«Io da 12 anni vivo con Benedetta, la figlia di Paola – continua il cantante – Ti hanno detto che papà vuol dire che quel figlio l’hai fatto tu, quindi io so che non sono suo padre, anche se per lei ho avuto l’amore e le attenzioni di ogni papà. E poi quando ci raggiungono anche i miei figli – Paolo ha 20 anni e Giovanni 15 – siamo semplicemente una famiglia, e loro sono fratelli, anche se non si chiamano così e anche se non hanno un legame di sangue. A loro non è mai importato niente, non hanno mai avuto bisogno di dare un nome al rapporto: per i bambini le cose sono intuitive».
E se per i bambini non cambia molto, per i genitori in realtà una differenza tra figli biologici e figli acquisiti c’è: «Con quelli non tuoi hai attenzioni anche superiori, più morbidezza. Forse perché sai che possono sempre dirti: che vuoi da me? Tu non sei mio padre. Benedetta non me l’ha mai detto, ma avrebbe avuto ragione, nel caso».