Emmanuel Chidi Namdi, 36 anni, e la compagna Chinyery, 24, entrambi nigeriani, erano sfuggiti all’assalto di Boko Haram, dove avevano perso una figlia e i genitori. Si erano salvati anche da un’aggressione subita in Libia, prima di riuscire a sbarcare a Palermo. Durante la traversata, inoltre, Chinyery aveva abortito il figlio che portava in grembo.
Poi, finalmente, l’arrivo al seminario vescovile di Fermo, lo scorso settembre. L’incubo sembrava finalmente concluso. Emmanuel era convinto di avercela fatta, finalmente. Mai si sarebbe immaginato che a ucciderlo non sarebbero state le bombe, la guerra o il mare ma un ultrà italiano.
Trasportato d’urgenza in ospedale, Emmanuel non ce l’ha fatta. Nel pomeriggio i medici ne hanno decretato la morte cerebrale.
Emmanuel e Chinyery erano stati uniti in matrimonio da Monsignor Albanesi con un antico rituale che tuttavia non li univa legalmente, almeno in Italia, poiché entrambi erano ancora in attesa dei documenti. Se la legge glielo permetterà, Chinyery darà il via libera per la donazione degli organi di Emmanuel. Organi che con molta probabilità salveranno la vita di un italiano, perché al contrario dell’aggressore del suo compagno, Chinyery non vede tutto o bianco o nero.