Un medico in famiglia, dramma per l’amatissima Melina: “Dolore cocente”

Beatrice Fazi ha interpretato per alcuni anni la colf della famiglia Martina nell’amatissima fiction di Raiuno “Un medico in famiglia” prendendo il posto di Cettina. Nei panni di Melina, Beatrice Fazi ha fatto divertire il pubblico in compagnia di Gabriele Cirilli. In questi giorni, però, il dolore si è impossessato della Fazi che, su Facebook, ha raccontato il dramma che sta vivendo.

beatrice fazi UN MEDICO IN FAMIGLIA, IL DRAMMA DI BEATRICE FAZI

Su Facebook, la Melina di Un medico in famiglia ha raccontato di aver perso un figlio con un posto commovente e molto doloroso.

Ho sperato fino alla fine che stavolta le cose andassero diversamente. Ma devo rassegnarmi e lasciarti andare. Perdere un figlio è un’ingiustizia a cui non riuscirò mai ad abituarmi. Anche se è così poco che sei dentro di me, il dolore è cocente. Non riesce a passare. Anche se ne ho altri quattro, di figli. Anche se aver saputo che c’eri è stata una sorpresa inaspettata. Quanta gioia possono dare i valori positivi delle beta nel sangue! Maledette beta che poi decidono di rallentare la corsa. Fino a fermarsi. Fino a fermare il battito del tuo debole cuore”.

Ti ho visto, amore mio. Piccolo e rannicchiato nella tua stanza buia. Sembravi spaventato quanto me mentre l’ecografo esplorava il tuo piccolo mondo, la tua piccola casa che non ha saputo proteggerti. Il mio grembo” – prosegue il post – “Quante domande mi assalgono. Stavolta come ogni volta. E se fosse stata colpa mia? Se tutta la fatica, lo stress di questi giorni fossero stati fatali? Il ginecologo dell’ospedale qui al mare mi ha detto di non torturarmi. Doveva andare così”. 

L’attrice 44enne, già mamma di altri quattro figli nati dal matrimonio con Pierpaolo Patania, ha poi aggiunto di trovare conforto nella fede religiosa: “Mille volte, facendo catechesi, ho ripetuto agli altri che nel dolore non ci si deve chiedere perché. Perchè a me? Perché di nuovo a me? Ora mi tocca. Mi tocca starci dentro fino in fondo a questo dolore, senza capire, senza capirlo, senza riuscire a non pensare a quanto sarebbe stato bello vederti nascere in primavera, vederti crescere giocando con Maddalena, coccolati dai fratelli più grandi”.

“Figlio mio. Mio adorato amore. Senza pudore affido a questo spazio lo sfogo della mia pena” – ha poi concluso – “Non so perché. Non sto cercando conforto. Dio non ha tardato a darmi consolazione. Di questi tempi pare che sia più vero ciò che si scrive qui ed io davvero devo lasciarti andare. Devo convincermi che è finita. Devo augurarmi che tu riesca a uscire da solo, senza interventi che ti strappino via da me. Fatti strada, ti prego, dolcemente. L’anima tua riposa in pace, lo so, angelo mio. Lascia che anch’io riposi da quest’angoscia. Mi resta come consolazione poterti amare come una mamma ama suo figlio. Nessuno mi potrà togliere questa gioia, la gioia di amarti. 
A Dio, piccolo mio. Mamma”.

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