Rocco Siffredi: “Facevo il chierichetto ma il Diavolo…”

Rocco Siffredi si mette a nudo, ma questa volta non lo fa letteralmente e ci offre… la sua anima. Il pornodivo si è raccontato in “Rocco”, il suo primo documentario autobiografico firmato dai francesi Thierry Demaiziere e Alban Teurlai.

Il suo rapporto con il sesso è cominciato a 12 anni: “una vera e proprio ossessione per il sesso, sono stato anche ricoverato per abuso di masturbazioni (…) Da bambino parlare di sesso era molto complicato in famiglia. Io il Diavolo ce l’avevo tra le gambe gia’ da ragazzino mentre i miei coetanei seguivano alla radio il calcio. La mia sessualità era insomma travolgente. E pensare che mia madre voleva farmi diventare prete e mi obbligò a fare il chierichetto. Quei principi, quell’educazione alla Chiesa, mi sono rimasti addosso e non mi hanno aiutato molto“.

rocco-siffredi-e-figli-600x320È più difficile mettere a nudo l’anima che il corpo come ho fatto in questo film – ha aggiunto il Re del cinema a luci rosse italiano – Parlare di sesso è difficile, lo si usa solo quando serve e poi lo si nasconde subito. Comunque se ci sarà chi non vedrà più in me il supereroe che immaginava devo dire che me ne frego“. La scelta di mostrare ai suoi fan “non solo le mie parti intime, ma la mia vita normale con moglie e figli credo sia stata giusta. Mi dicevano sempre non avrai mai una famiglia. Invece ho avuto tutto anche più degli altri“.

Ovviamente non è stato facile mantenere un rapporto sincero e forte con la moglie: “Avevo molti sensi di colpa. E quando tornavo a casa cercavo negli occhi di mia moglie il suo perdono“.

E i figli? “Il più grande Lorenzo, venti anni, è identico alla mamma ed è un gran romantico, un ragazzo integro, la purezza in persona. Il secondo, Leonardo, è più vicino a me, fa parte di quella nuova generazione che ha paura delle donne, neanche lui comunque vuole fare porno e di questo sono contento“.

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