Mika: “Ecco perché sono fuggito da X Factor”

MikaQualche anno fa mi ero detto: io la Tv non la farò mai. E invece ho fatto un talent, che era di così alta qualità che mi ha permesso di rimanere me stesso in una situazione pericolosa, molto pericolosa”.

A parlare ai microfoni di Vanity Fair è l’ex giudice di X Factor Mika, che quest’anno ha preferito rinunciare al suo ruolo per buttarsi in una nuova esperienza televisiva, “Stasera CasaMika”. Ma perché questa fuga improvvisa, visto il grande successo ottenuto da Mika nel ruolo di giudice?

Perché non puoi continuare per troppo tempo a fare qualcosa che non ti appartiene davvero – risponde il cantante libanese – A quel punto c’è stata un’invasione di richieste, e io ho risposto a questa: Stasera CasaMika. Se va bene, bene, se no posso dire di aver provato a fare una cosa bella”.

Insomma, per un motivo o per l’altro Mika rimane in Italia, un paese che l’ha fortemente colpito, nel bene e nel male: “Un posto pieno di contrasti e contraddizioni, e abitato da persone così diverse tra loro da non sembrare nemmeno connazionali. Ma è proprio questa diversità a dare una ricchezza culturale enorme. L’Italia per me è come una lunga porta, anzi un bellissimo corridoio, verso gli altri Paesi, e rappresenta benissimo la mia vita perché ci trovo qualcosa dei posti dove ho vissuto: Londra, Parigi, ma anche il Libano”.

Dove c’è un progetto e della creatività, lì io mi sento a casa – continua Mika – La fuga dei cervelli è anche una fuga dello spirito: una generazione di ragazzi che sogna di scappare è una tragedia per il suo Paese. La generazione mia e di mio fratello sono le prime a non aver conosciuto un mondo in crescita. E questo cambia le teste: la mancanza di prospettive toglie libertà, l’incapacità di sognare è una prigione invisibile. Dalla quale io sono sempre scappato. Sono scappato dalla scuola, dal collegio, dalla trappola della macchina della musica pop: sono Houdini. Sto sempre scappando, anche adesso. Scappo e mi porto dietro tutto. Le valigie più pesanti sono quelle che non si vedono”.

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