A Catania, la sentenza che rende giustizia ai padri separati

7e114595-7911-4b0a-af78-db86e0797e3a_largeUna vittoria importante che finalmente rende giustizia ai 5 milioni di padri separati d’Italia (800mila dei quali vivono sotto la soglia di povertà) quella decretata dalla sentenza di un giudice del tribunale di Catania, Felice Lima.

Lima ha chiesto per entrambi i genitori una perizia medico-legale attitudinale i cui risultati hanno decretato l’idoneità di entrambi a occuparsi del figlio in comune. Perché, dunque, affidare automaticamente il bambino alla madre?

Lima ha così deciso di collocare il minore a casa del padre e che sarà compito della madre pagare gli alimenti sotto forma di un contributo mensile di 500 euro da versare all’ex marito.

«Vi è una tendenza diffusa – ha spiegato il giudice – ad affrontare il tema del collocamento dei figli sulla base di un non confessato pregiudizio di fondo per il quale i figli piccoli sarebbero principalmente delle madri, ai padri verrebbe solo consentito di esercitare i loro diritti/doveri».

Con questa sentenza, Lima non ha voluto solamente rendere giustizia al padre del ragazzo ma ha voluto stabilire un precedente: «Una maggiore ricorrenza statistica di provvedimenti giudiziari di collocamento dei figli presso i padri  contribuirebbe alla diminuzione del numero di “padri disimpegnati” e “madri proprietarie” che tanti danni arrecano all’educazione e alla serena crescita dei figli minorenni».

«Questa sentenza è una goccia nel mare ma la accogliamo con grande felicità – ha commentato Francesco Navarria, presidente dell’Associazione Padri Separati di Catania – Non si parla mai abbastanza della violenza che anche gli uomini, in questo caso padri, subiscono, non di rado, dalle ex mogli. Si tratta spesso di omicidi morali e sociali che avvengono nel momento in cui viene sottratto al padre l’amore del proprio figlio, gli affetti, la propria casa, il denaro, tutto».

All’interno delle aule dei tribunali, la madre continua ad essere comunque il soggetto più tutelato. Sono infatti solo il 5 per cento i bambini in affido congiunto, che vengono dati ai padri. «Molto spesso – aggiunge Navarria – gli uomini vengono accusati ingiustamente di stalking, lesioni personali, violenza, con false accuse che fanno male non solo agli uomini, la cui vita viene del tutto distrutta ma anche ai figli e infine alle donne che subiscono davvero violenza».

Non mancano i casi di padri finiti in carcere in seguito a false accuse. «Proprio la settimana scorsa – continua l’avvocato Navarria – c’è stata un’altra sentenza molto importante. Un padre da noi seguito e già condannato in primo grado per stalking è stato scarcerato, dopo essere rimasto però cinque mesi in carcere».

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