Simona Ventura si è confessata in una lunga intervista rilasciata ai microfoni del settimanale Gente in cui ha parlato della sua vita e del suo rapporto con il compagno Gerò.
“Più il tempo passa, più mi sento fortunata… Se ripercorro 50 anni, penso che la vita mi ha dato parecchio, anche se molto mi ha tolto” – inizia così l’intervista di Simona Ventura che poi si sofferma sui figli – ” Caterina è un amore, abbiamo un rapporto strettissimo. E’ tenera e piena di attenzioni verso di me e i suoi fratelli, Niccolò e Giacomo. Quando li guardo tutti insieme, così affiatati e protettivi l’uno nei confronti dell’altro, penso che buona parte del mio mondo si racchiuda in quell’immagine. Sono orgogliosa del loro legame. Giacomo è sensibile, timido, con un animo artistico e una passione incredibile per il cinema e il teatro; Niccolò è più esplicito nel manifestarsi. Insieme si compensano e si completano. Quando poi si uniscono a Caterina, ti accorgi di quanta delicatezza, tenerezza i ragazzi nutrono per la principessa di casa”.
Niccolò e la storia con Ginevra Lambruschi: “Niccolò frequenta un’accademia di calcio fuori Londra. È un ragazzo con la testa sulle spalle. Quanto a Ginevra, non l’ho ancora conosciuta per mancanza di tempo. Non sono una mamma iperprotettiva che mette i bastoni tra le ruote: se lui è felice, lo sono anche io. Il loro è un amore nato ai tempi dei social… Non sono gelosa… Magari un pochino, ma non posso più fare la chioccia e mi piace che lui viva appieno la sua età. L’importante è che abbia un progetto per il futuro, per la sua vita di uomo”.
Su Gerò: “È la mia grande fortuna. Una di quelle persone che ti auguri di incontrare nella vita e poi, un giorno, all’improvviso capita. La riconosci tra tanti e, piano piano, te ne innamori di un amore pieno, maturo, fatto di condivisione, fiducia, rispetto, supporto”.
Un uomo che ha accetato Simona e i suoi figli: “Ha accettato il “pacchetto completo”: me e i tre ragazzi, nel rispetto del ruolo senza mai sostituirsi alla figura paterna. Non è da tutti darsi così. Lui lo fa con generosità. È la prima volta che nella vita mi appoggio a qualcuno, in passato non volevo o non ne ero capace. E mi sento bene. Tanto da pensare al futuro, persino alla vecchiaia insieme. Tra venti, trent’anni, intendo. Sia chiaro: nello spirito io mi sento un’adolescente di ritorno”.
Sul matrimonio: “Prima ero categorica: no! L’ho fatto una volta nella vita e mi basta. Oggi dico che se dovesse capitare accadrebbe così, all’improvviso, senza preavviso. La sola idea della programmazione mi tormenta”.