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Palermo, uccide il figlio: «Non ne potevo più, era troppo aggressivo»

PALERMO – Giuseppe è morto tra le braccia del padre. Ma quelle stesse braccia che lo avevano sorretto durante i suoi primi passi e stretto teneramente quando aveva paura del buio, sono le stesse che hanno posto fine alla sua vita.

La confessione del 61enne Antonino Alù, autista di scuolabus, è arrivata come un tuono. È stato proprio Antonio a uccidere il figlio 41enne Giuseppe, strangolandolo a morte.

Antonio Alù

Arrestato per spaccio di droga, Giuseppe si trovava ai domiciliari e la mattina veniva affidato ai servizi assistenziali. Ma quando era a casa, nella villetta di famiglia in via Trapani, Giuseppe rendeva impossibile la vita della sua famiglia con continue richieste di denaro e violenze nei confronti delle sue bambine,

E così un giorno nonno Antonio non ci ha visto più.

Li hanno trovati l’uno accanto all’altro. All’arrivo della polizia, Antonio teneva ancora quella corda intorno al collo di Giuseppe, ormai privo di vita. Rimasto in silenzio per ore, alla fine Antonio ha confessato l’omicidio e ora si trova in carcere ai Cavallacci.

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