Anche Asia Argento tra le 13 vittime di Harvey Weinstein: “Mi ha stuprato”

Sono 13, almeno ufficialmente, le donne dello spettacolo che dichiarano pubblicamente di aver subito molestie (o veri e propri stupri) dal produttore americano Harvey Weinstein, co-fondatore della Miramax.

Tra queste oltre ad Angelina Jolie, Mira Sorvino, Rossana Arquette e Gwyneth Paltrow, anche Asia Argento, che ha voluto rendere pubblici i ricordi legati a quel terribile avvenimento che la segnò quando aveva solo 21 anni.

I fatti risalgono al 1997 quando Weinstein la invitò a una festa della Miramax all’Hotel du Cap-Eden-Roc, in Francia. Peccato che l’unica invitata fosse proprio la figlia di Dario Argento.

L’attrice ha dichiarato di essersi presentata in quanto «giovane e con grandi ambizioni», ma mai si sarebbe aspettata di dover affrontare qualcosa di ben peggio di un noioso party.

«All’inizio mi ha riempito di complimenti per la mia interpretazione – ha raccontato Asia al New Yorker – Poi è andato in bagno ed è ritornato con addosso solo un accappatoio e una bottiglia di crema per il corpo in mano. Mi ha chiesto di fargli un massaggio». Ma le molestie non si fermano qui: dopo il massaggio Weinstein l’avrebbe obbligata, nonostante i suoi ripetuti “No”, «ad aprire le gambe e a subire un rapporto orale».

«Ero terrorizzata, non si sarebbe fermato davanti a un no. È stato un vero incubo – ha aggiunto l’attrice – Un uomo grande, grosso e grasso che ti costringe a fare cose che non vuoi (…) è stato come un mostro di una brutta favola. Dopo quel giorno, quando lo guardavo negli occhi mi sentivo debole. Dopo la violenza, lui aveva vinto».

«Nell’essere vittima mi sono sentita responsabile. Perché se fossi stata una donna forte, gli avrei tirato un calcio nelle palle e sarei scappata. Ma non l’ho fatto» ha aggiunto Asia. In seguito a quell’episodio lei e il produttore hanno avuto una serie di rapporti sessuali consenzienti per un paio d’anni, anche se Asia definisce comunque quel rapporto come “non sano”.

«Ho pensato che avrebbe distrutto la mia carriera se gli avessi detto no. Quando ero davanti a lui mi sentivo piccola, stupida e debole».

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