Nadia Toffa, spiegato il malore: “Era cancro”

Difficile dimenticare il malore che lo scorso 2 dicembre ha colpito la Iena Nadia Toffa, in un albergo di Trieste, dopo le riprese di un servizio. Si è parlato di coma, di ripresa, di ritorno in grande stile. Ma mai di ciò che è effettivamente successo a Nadia in questi due mesi. A rivelarlo la stessa giornalista nell’ultima puntata de Le Iene.

«Ho avuto un cancro».

Emozionata, Nadia ha chiesto due minuti per raccontare ai telespettatori la sua breve ma intensa battaglia contri il cancro. È stato proprio “grazie” al malore del 2 dicembre che i medici hanno potuto scoprire e attaccare quel tumore che silenziosamente stava crescendo dentro di lei.

«In questi mesi mi sono curata: prima sono stata operata, poi ho fatto la chemioterapia e la radioterapia. L’intervento aveva rimosso interamente il tumore, ma su consiglio dei medici mi sono sottoposta a un ciclo di cure preventive perché poteva essere rimasta una cellula malata non visibile alla TAC. Ora è tutto finito, per me esiste una data importante: è il 6 febbraio, il giorno in cui ho finito la radio e la chemio».

Nadia Toffa non lo ha detto quasi a nessuno («Le persone che lo sapevano si contavano sulle dita di una mano») perché ha preferito combattere senza far rumore, da sola: «Ho affrontato questa cosa con tutta l’energia che ho, con tutti i miei sorrisi, con tutta la mia positività».

Insomma, svenire in quell’albergo di Trieste è stata quasi una fortuna per lei: «Quando svieni, ti sottopongono a un check-up completo. Così ho scoperto di essere malata. In quel frangente non ho rischiato la vita. Stavo benissimo e sto benissimo anche ora».

La Iena ha anche rivelato di aver perso i capelli a causa della chemioterapia («Non c’è niente di cui vergognarsi, non mi devo vergognare nemmeno della parrucca che indosso, questi capelli sono più belli dei miei»), ma sottolinea che è una cura insostituibile che VA fatta: «Le uniche cure contro il cancro sono la chemio e la radio. Poi ci sono altre cose che contano: il buonumore, lo stile di vita… Ma non c’è altro che possa curarti che non siano la chemio e la radio».

Nadia ha concluso il suo intervento con un appello: «Spesso per rispetto si tende ad avere una certa delicatezza nei confronti di una persona che ha avuto un cancro o lo sta curando. Io invece vi chiedo tanta normalità. Lo chiedo ai miei colleghi e a voi che mi incontrate per strada: vorrei che tutto fosse come prima, che tutto fosse normale. Non trattateci da malati, siamo dei guerrieri. Chi combatte contro un cancro è un figo pazzesco».

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