Strage di San Valentino: sparatoria in una scuola, almeno 17 morti

Tremila studenti ricorderanno per sempre il San Valentino 2017. E non per i bigliettini che si saranno scambiati quel mattino, andando a scuola, o per quel primo bacio tanto atteso, ma per aver assistito a una vera e propria strage a opera di un loro coetaneo. Un ragazzo che in molti conoscevano, e che qualcuno considerava persino un amico.

Siamo al liceo Stoneman Douglas di Parkland, 70 chilometri a nordovest di Miami. Nikolas Cruz, uno studente di 19 anni che l’anno scorso era stato espulso dalla scuola per motivi disciplinari, riesce a entrare nell’istituto armato uccidendo 3 persone fuori dall’ingresso, aziona l’allarme antincendio e accoglie tutti i suoi ex compagni di scuola e i professori nell’atrio, dove sapeva che si sarebbero radunati come le procedure antincendio insegnavano.

Munito di un fucile semiautomatico leggero Ar-15, con munizioni di riserva, e anche granate fumogene, Nikolas ha aperto il fuoco, uccidendo almeno 12 persone (tra cui un’insegnante eroina che ha riparato col proprio corpo alcuni ragazzi) e ferendone una dozzina, alcuni gravemente. Due ragazzi moriranno poche ore dopo in ospedale.

Dopo la strage, Cruz ha tentato la fuga mischiandosi tra la folla, ma invano: la polizia è riuscita a individuarlo e ad arrestarlo. Restano da chiarire i motivi del folle gesto.

Secondo le prime testimonienze riportate dagli studenti, Nikolas era solito andare a scuola armato, e fare battute sul fatto che se mai ci fosse stata una sparatoria in quella scuola, sarebbe stato lui a compierla. Sull’account Instagram di Cruz, molti post erano dedicati alle armi, grande passione del ragazzo.

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