Fabrizio Moro: il poeta della musica con un passato difficile e un cuore enorme

fabrizio moroFabrizio Moro, dal quartiere di San Basilio di Roma, è il vincitore del Festival di Sanremo 2018 insieme ad Ermal Meta con il brano “Non mi avete fatto niente. Quella di Fabrizio Moro, però, è una carriera lunga e ricca di veri capolavori che lo rendono un vero poeta della musica.

TUTTO SU FABRIZIO MORO

Fabrizio Moro compirà 43 anni il prossimo 9 aprile. Ha cominciato a suonare a 16 anni nei vari locali della capitale e, dopo una lunghissima gavetta, la popolarità è arrivata nel 2007 quando, sul palco del Teatro Ariston di Sanremo, nella sezione Giovani, ha vinto con il brano “Pensa” diventato un inno contro la mafia. Dopo undici anni, Fabrizio Moro ha vinto ancora, stavolta nella sezione Big, insieme al collega e amico Ermal Meta con cui rappresenterà anche l’Italia all’Eurovision Song Contest 2018 con “Non mi avete fatto niente”. Il suo nuovo album “Parole, rumori e anni” (prima parte) è una raccolta di acuni dei suoi capolavori che Fabrizio Moro presenterà allo stadio Olimpico il prossimo 16 giugno realizzando così un vero sogno. Nella sua carriera, però sono davvero tante le canzoni che lasciano un segno nel cuore di chi le ascolta.

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Foto Instagram

I CAPOLAVORI DI FABRIZIO MORO

“Non mi avete fatto niente”, scritto con Ermal Meta e Andrea Febo è solo l’ultimo successo di Fabrizio Moro che, lungo la sua carriera, ha scritto dei veri capolavori. Tornando indietro nel tempo, sono tante le canzoni del cantautore romano che meritano di essere ascoltate. Dall’album “Ognuno ha quel che si merita”, del 2005, nella vostra playlist dedicata a Fabrizio Moro, non possono mancare “Ognuno ha quel che si merita“; dall’album “Pensa” del 2007, oltre al brano omonimo, meritano di essere ascoltate “Parole, rumori e giorni”, “Fammi sentire la voce”, “Non è la stessa cosa”, “La complicità”, “21 anni”; dall’album “Domani” del 2008, sono delle poesie musicali i brani “Domani”, “Eppure mi hai cambiato la vita”, “Libero”, un vero e proprio inno alla libertà di cui la frase simbolo è “La libertà è sacra come il pane“, “E’ solo amore”, “Non importa”, “Seduto a guardare”; dall’album “Barabba” del 2009, invece, citiamo “Il peggio è passato”, “Il senso di ogni cosa”, “Melodia di giugno“; dal disco “Ancora Barabba”, invece, ascoltate “Un pezzettino”; dall’album “L’inizio”, del 2013, invece, ricordiamo “L’inizio”, “Sono come sono”, “L’eternità”; dal disco “Via delle Girandole 10”, pubblicato nel 2015, invece, segnaliamo “Buongiorno papà”, “Acqua”, “Tu”, “Alessandra sarà sempre più bella”, “Da una sola parte”, “L’illusione”; l’album “Pace”, uscito nel 2017, contiene 11 brani che sono dei veri capolavori e sono “Pace”, “Tutto quello che volevi”, “Giocattoli”, “Semplice”, “Portami via”, “La felicità”, “L’essenza”, “Sono anni che ti aspetto”, “Andiamo”, “E’ più forte l’amore”, “Intanto”. Infine, dalla raccolta “Parole, rumori e anni”, pubblicato il 9 febbraio 2018, oltre al brano “Non mi avete fatto niente” con Ermal Meta, meritano di essere ascoltate l’inedito “Domenica” e “Sono solo parole” e “Un’altra vita“, brani che Fabrizio Moro ha scritto rispettivamente per Noemi ed Elodie.

FABRIZIO MORO, UN CUORE D’ORO E UN’ANIMA BUONA

Oltre ad essere un grande artista, Fabrizio Moro è anche una persona buona, generosa e dal cuore grande. Oltre ad averlo dimostrato a C’è posta per te dove, insieme ad Ermal Meta, si è emozionato nell’ascoltare la storia di un padre che ha chiesto scusa alla moglie e alle figlie per essersi ammalato togliendo alle figlie la spensieratezza che meritano, Fabrizio Moro lo dimostra ai concerti e ogni volta che incontra il suo pubblico durante le tappe dell’instore tour. Durante gli incontri con i fans, Fabrizio Moro che è diventato anche social, indipendentemente dall’ora e dal numero di persone presenti, regala a tutti una foto, un sorriso, un abbraccio e una parola pur essendo stanchissimo. Semplice, umile, disponibile con tutti, Moro ringrazia puntualmente tutti i suoi fans che, insieme a lui, hanno creduto in un sogno che, finalmente, si è realizzato. Per accontentare tutti i fans che lo seguono nei vari firmacopie, Fabrizio Moro non ha limiti di orario e, spesso, firma cd e sorride per una foto ricordo anche per 5-6 ore ininterrottamente. Anche quando sale sul palco è molto generoso. Durante i concerti non si risparmia cantando, muovendosi per il palco e trascindando il suo pubblico a cui regala sempre almeno due ore di show vero.

FABRIZIO MORO, L’AMORE PER I FIGLI

Fabrizio Moro è papà di Libero, 9 anni, e Anita, 4 di cui ha parlato in un’intervista rilasciata ai microfoni di Vanity Fair. “Gli unici momenti di pace che ho percepito nella vita sono stati con Libero e Anita. Pur essendo un papà giovane, mi pento di non averli fatti prima. Loro danno senso a tutto: insegnargli le cose è come scrivere per me. Anita è come me, pratica. Libero è molto più etereo” – ha dichiarato per poi aggiungere “Non vivo bene la paternità da artista sempre in giro. Il pensiero di non poter stare al fianco dei miei bambini mi fa soffrire. E anche per loro è così. Mio figlio si è allontanato dalla musica proprio per questo, lo vede come il motivo per cui il suo papà è sempre via”.

FABRIZIO MORO, IL PASSATO DIFFICILE

In un’intervista rilasciata al settimanale Di Più, Fabrizio Moro ha parlato apertamente del suo difficile passato. “Per anni ho abusato di alcol e droghe. Ho iniziato a 18 anni: con gli amici andavo in discoteca e prendevo pasticche, tipo l’ecstasy, per ‘sballare’. E l’alcol scorreva a fiumi. Poi a 27 anni ho smesso”, ha dichiarato. A spingerlo a dire basta a tutto è stata la paura di morire: “Io sono un vigliacco, ho il terrore della morte. A un certo punto ho iniziato a stare male, mi sentivo debole. Sono andato a fare le analisi del sangue. E i risultati mi hanno spaventato. Quando ho capito che dovevo disintossicarmi, un altro disagio è arrivato: la paura di ammalarmi ha iniziato a condizionarmi. Ero ipocondriaco: non uscivo più di casa se non ero sicuro di andare in un luogo con vicino un ospedale. E pure con le donne avevo problemi. Per paura delle malattie, non volevo più fare l’amore. Ho rinunciato al sesso per un bel po’”.




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