Cecilia Capriotti: “la morte di mio padre dietro gli attacchi di panico”

cecilia capriotti a verissimoCecilia Capriotti parla a Verissimo della morte del padre che le ha provocato un grandissimo dolore e l’incontro con la figlia dopo il suo ritorno dall’Isola dei Famosi 2018.

Tornata dall’Isola dei Famosi 2018, Cecilia Capriotti, ai microfoni di Verissimo, ha rilasciato una lunga intervista in cui, oltre a parlare della sua esperienza in Honduras, ha anche raccontato il terribile momento vissuto con la morte del padre e l’incontro con la figlia Maria Isabelle che non vedeva da alcune settimane. “Soffro di attacchi di panico da quando avevo 14 anni. Chi ne soffre mi può capire, ti condizionano in tutto. Ti senti morire. Prima di partire già mi sono iniziati a venire. Io non so nuotare e dovevo lanciarmi dall’elicottero. Me la sono giocata tutta. Al massimo avrei fatto una morte chic”, ha spiegato la Capriotti.

CECILIA CAPRIOTTI A VERISSIMO: DALLA MORTE DEL PADRE ALL’INCONTRO CON LA FIGLIA MARIA ISABELLE

Cecilia Capriotti ha svelato il motivo dei suoi attacchi di panico: “La ragione dei miei attacchi di panico? Ho 40 anni ma questo argomento non lo supero, non ci riesco. Li ho avuti in seguito a un trauma, a due anni e mezzo persi papà e ho perso l’uso della parola fino ai 5 anni. Avevo l’insegnante di sostegno e venivo derisa dai bambini. Non parlavo neanche con la mamma. Iniziai a parlare ma in modo particolare e riusciva a tradurmi solo mia sorella. Ora sono logorroica”.

Silvia Toffanin, poi, ha cambiato argomento parlando dell’Isola dei Famosi. La Capriotti, in particolare, ha raccontato l’incontro con la figlia Maria Isabelle che non vedeva da diverse settimane. “Sono riuscita ad abbracciare la mia piccola. Ho vissuto l’isola con il cuore spezzato, sentivo la sua mancanza e piangevo. Quando l’ho rivista è stato particolare. Dormiva e l’ho svegliata e lei quando mi ha vista forse pensava fosse un sogno, mi aspettavo che piangesse e mi abbracciasse e invece mi ha guardata dubbiosa, era perplessa. Mi sono sentita morire, in colpa. Dal giorno dopo però era come se non fossi mai partita”.

Impostazioni privacy