Loredana Bertè racconta a Maurizio Costanzo un dettaglio shock della vita con Mia Martini

Loredana Bertè come non l’abbiamo mai vista: in lacrime da Maurizio Costanzo

Siamo abituati a vederla punk e trasgressiva nelle sue esibizioni, ma Loredana Bertè ha dimostrato di essere una donna molto sensibile e affettuosa. Ne L’Intervista di Maurizio Costanzo, la cantante di origini calabresi parlerà della sorella Mia Martini, chiamata affettuosamente Mimì, scomparsa nel 1995. Una morte che fa ancora male e una nostalgia della sorella che la Bertè ammette di sopportare a fatica. Le circostanze misteriose della morte della compianta artista restano ancora avvolte nel mistero e il dolore di Loredana trova sfogo nelle lacrime. Parole forti, segno di un legame che si è creato negli anni tra due donne che hanno deciso di affrontare la vita lontano dalla casa paterna.

Con Mimì eravamo molto più in simbiosi che con gli altri fratelli” -dichiara la Bertè- “Ci sembravano degli estranei“.

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Loredana Bertè a L’Intervista: “Vivevamo con poco, non mangiavamo”

Due giovani artiste che scelgono di allontanarsi dalla propria casa natia per cercare la loro strada nel mondo della canzone: questo il destino comune delle due sorelle Mia e Loredana. Con grande dignità la Bertè ammette di aver patito la fame e di aver rinunciato anche a mangiare:

“Abbiamo patito moltissimo, anche la fame. Vivevamo con poco, non mangiavamo. C’era un bar che ci dava i tramezzini gratis. Questa cosa non la posso dimenticare”.

Le loro scelte di vita le hanno premiate, poiché le loro canzoni, anche quelle di Mimì, sono ancora nel cuore di tutti. La loro vita è migliorata, almeno dal punto di vista economico, ma le fragilità del loro animo si sono accentuate. Il loro legame si è fatto più intenso, anche se oggi Loredana ammette di provare un forte rimorso: quello di non aver dimostrato abbastanza il suo affetto e la sua vicinanza alla sorella scomparsa. E con gli anni il dolore non accenna a diminuire, anzi:

“Non è vero che il tempo cancella tutto, perché non cancella niente. Io ce l’ho dentro, quando è morta una parte di me è morta”.

F. Ciardi

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