Jerry Calà, lo stop alla sua carriera: “Dicono che puzzo di morto”

Jerry Calà
Jerry Calà non lavora più come prima. Lo sfogo a I lunatici

Jerry Calà parla dei suoi problemi professionali ai microfoni de I lunatici su Rai Radio 2

Uno dei personaggi più amati del cinema degli anni 80 in poi. E dopo gli esordi nel gruppo di cabaret de I gatti di Vicolo Miracoli e il successo di film come Rimini, Rimini, Abbronzatissimi e Vita Smeralda pare che il grande schermo si sia dimenticato di lui. Il mitico Jerry Calà, al secolo Calogero Alessandro Augusto Calà, ormai non lavora più come prima e dichiara pubblicamente la sua amarezza in radio, nel corso della trasmissione di Roberto Arduini e Andrea Di Ciancio. La sua è sembrata una frecciatina ai danni dei produttori italiani che, a differenza di quelli stranieri, non apprezzano il curriculum degli attori della “vecchia guardia”.

Viviamo in un’Italia che rispetto ad altri Paesi è provinciale. Altrove gli attori hanno una storia, vengono tenuti da conto e coccolati. Qui invece si dice che uno puzza di morto“.

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Jerry Calà, i suoi spettacoli in giro per l’Italia: “Per fortuna la gente mi ama”

Fortunatamente il pubblico appassionato dei suoi film non lo ha mai dimenticato, anzi continua a riempire le piazze, i teatri e i club di tutta Italia. Durante l’anno e in particolare nel periodo estivo e nelle festività, Calà riesce a fare circa 120 spettacoli. E allora come mai i produttori italiani sembrano non apprezzare più il suo talento, che ancora piace tanto al pubblico? Secondo l’attore il mondo del cinema oggi, a differenza che negli anni 80, ha paura del “politicamente scorretto”. Solo in pochi hanno il coraggio di fare cinema in modo irriverente, senza preoccuparsi delle conseguenze etiche:

In Italia manca il coraggio. L’unico che ce l’ha è Checco Zalone e infatti fa incassi pazzeschi. Lui è l’unico che ha il coraggio di essere politicamente scorretto. Tutti gli altri si atteggiano, fanno i radical chic, però non fanno più ridere“.

Jerry Calà conclude la sua intervista con un appello: ha ancora tanto da offrire al pubblico del grande schermo. E noi aspettiamo di rivederlo di nuovo in Tv per ridere del suo celebre motto: “Libidine, doppia libidine, libidine coi fiocchi“.

F. Ciardi

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