Mara Venier nella bufera, il Partito Democratico insorge: “Pubblica indecenza”

Mara Venier sotto accusa: il Partito Democratico la attacca duramente

Mara Venier nella bufera
Questa settimana non è per niente una delle più belle per Mara Venier. Unica nota positiva è la vittoria, per la terza volta consecutiva, contro la sua rivale Barbara D’Urso. Per il resto è tutto da rifare e dimenticare. Dopo la furiosa lite che Mara ha avuto con uno dei suoi autori, la bella conduttrice veneta deve digerire un altro boccone amaro. In particolare, facciamo riferimento ad un siparietto che ha visto come protagonista l’inimitabile cantante Renato Zero. Ma procediamo con ordine. Domenica 25 novembre, come sappiamo, era la giornata mondiale contro la violenza sulle donne. Tutti i salotti televisivi hanno dedicato uno spazio a questo importante evento. Mara, invece, ha preferito dar spazio ad un “tu per tu” con Renato Zero. Anziché intervistare, come previsto, la madre di Sara Di Pietrantonio, ragazza uccisa dal fidanzato nel 2016. Ma c’è dell’altro.

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Mara Venier sotto accusa, il siparietto di Renato Zero non piace al Partito Democratico

Mara Venier e Renato Zero: il loro siparietto non è piaciuto per nulla

La conduttrice Mara Venier è stata duramente attaccata da alcuni esponenti del Partito Democratico. In particolare, è stato fortemente criticato il suo atteggiamento nell’affrontare una tematica molto importante: la violenza sulle donne. Mara non ha aderito alla campagna “Non è normale che sia normale”, indetta da Mara Carfagna, in occasione della giornata contro il femminicidio. Ma c’è di più. Ciò che ha suscitato scalpore è stato il siparietto di Renato Zero. Il cantante, infatti, è entrato in studio con volto coperto, fingendo di essere stato vittima di una violenza. “Come è possibile che una conduttrice donna, nel giorno dedicato alla violenza contro le donne, metta su un siparietto per prendere in giro chi è stato vittima di violenza” ha esordito il parlamentare del Pd Camillo D’Alessandro. E, poi, continua: “Questo non è servizio pubblico. È pubblica indecenza”. Per ora non c’è stata alcuna controreplica. Ma aspettiamo.

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