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Chi era Noa Pothoven: la diciassettenne olandese che si è lasciata morire

Chi era Noa Pothoven la 17enne che ha deciso di morire smettendo di mangiare e di bere: la storia.

Noa Pothoven la 17enne che ha scelto di morire

Sta facendo molto discutere nelle ultime ore la notizia di Noa Pothoven, una ragazza di 17 anni che, volendo semplificare, ha scelto di morire tramite l’eutanasia dopo aver trascorso una vita terribile con anni di aggressioni sessuali e problemi alimentari e fisici. La ragazza è morta domenica scorsa nei Paesi Bassi e, a confermare il tutto è stata la sorella. Le pagine italiane dei giornali hanno dedicato molto spazio a questa storia mentre le cronache locali hanno sminuito la storia dicendo che la giovane è morta nel salotto di casa sua, ma non si parla né di suicidio assistito né di eutanasia. Non si sa infatti se la ragazza abbia utilizzato una sedazione o meno, l’unica cosa che sappiamo è che negli ultimi giorni ha smesso di mangiare e bere e si è lasciata morire. Già, ma perchè?

Noa Pothoven: violenze, abusi e ricoveri psichiatrici

La vita di Noa Pothoven non è stata facile: era stata aggredita sessualmente la prima volta ad 11 anni, poi violentato nuovamente a 12 e stuprata a 14 in un vicolo della sua città. Una situazione surreale di cui però non aveva parlato con la famiglia per vergogna. Nel diario nato da quegli anni difficili è stato tratto un libro Vincere o Imparare dove racconta che nonostante fossero passati anni, lei si sentiva sempre ancora sporca dentro. Ma non solo, la ragazza soffriva anche di disturbi da stress post traumatico, anoressia, depressione e autolesionismo al punto tale che più volte avrebbe tentato il suicidio. La sua vita è stata così caratterizzata da ricoveri in ospedali e analisi continue: una esistenza definita dalla ragazza come un inferno. Il Tribunale decise di mandarla anche in un centro di cure per evitare che si suicidasse e Noa ha descritto quel periodo come un momento di grande disagio in cui si sentiva trattata come una criminale viste anche le misure coercitive cui era sottoposta. A dicembre 2018 Noa si era stufata di tutto questo e, autonomamente, aveva contattato una clinica specializzata per sapere se  fosse idonea all’eutansia e, come ovvio, le hanno risposto di no. La ragazza, in diversi diari e blog ha scritto “Pensano che sia troppo giovane per morire, pensano che il mio cervello debba svilupparsi, non ce la faccio sono devastata”. Così Noa Pothoven aveva smesso di mangiare e di bere e su Instagram parlava di una decisione presa razionalmente non in modo impulsivo perché non viveva, sopravviveva a basta: “Respiro ma non sono più viva”. La ragazza oggi è morta e sulla sua decisione di lasciarsi andare si è aperto il dibattito.

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