Nadia Toffa, il racconto dell’attrice Sabrina Paravicini commuove: “In ospedale nessuno diceva la parola ‘morta’”

Di
Francesca Simonelli
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Nadia Toffa, le parole si Sabrina Paravicini, l’attrice che da tempo combatte con la malattia: ‘Ieri in ospedale c’era un silenzio irreale’, il suo commovente racconto.

Sabrina Paravicini racconto Nadia Toffa
Sabrina Paravicini, il racconto da brividi dopo la morte di Nadia Toffa: ‘Ieri in orspedale silenzio irreale’

La morte di Nadia Toffa ha sconvolto  il mondo dello spettacolo e non solo. La lunga lotta della giornalista contro il cancro, sempre condivisa da lei con i suoi followers di Instagram, è terminata il giorno 13 agosto e ha lasciato un vuoto incredibile in tutti quelli che hanno conosciuto la ‘dolce guerriera’, ma anche e soprattutto in tutti coloro che ancora combattono la sua stessa battaglia. E’ il caso dell’attrice Sabrina Paravicini, che ha condiviso su Instagram il racconto di come ha accolto la notizia mentre era in ospedale: le sue parole commuovono profondamente.

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Nadia Toffa si è spenta a 40 anni, dopo una lunga battaglia contro il cancro. Come lei, tanti, troppi, combattono tutti i giorni contro questa terribile malattia. Tra questi, c’è Sabrina Paravicini. Ex volto di ‘Un Medico In Famiglia’, in cui interpretava la dolce infermiera Jessica, da tempo combatte contro la stessa malattia di Nadia e di migliaia di altre persone. La sua testimonianza è carica di emozioni forti e difficili da esprimere, ma lei ci riesce e le sue parole sono una spada nel cuore, ma sono anche ricche di speranza.

 

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MARTEDÌ TERAPIA Ieri in ospedale nella sala d’attesa c’era un silenzio irreale. C’era ancora molta gente nonostante fosse la settimana di ferragosto. Io dovevo fare il farmaco biologico di mantenimento. Si chiama Herceptin o Trastuzumab. Alle donne risultate positive al Her2 serve a prevenire un’eventuale recidiva. Si fa per circa un anno dopo la chemioterapia. Ho ritrovato le mie compagne di chemio. Ci siamo sorrise. Ieri nessuno aveva voglia di parlare. C’era molta tristezza nell’aria. Una signora anziana a cui avevo regalato un turbante mi si è avvicinata. Le ho chiesto come stava. “Sabrina, hai sentito di quella ragazza della televisione?” Non dice la parola “morta” oggi per noi è una parola troppo dolorosa e il dolore ce lo portiamo dentro e fuori da troppi mesi. Le prendo la mano e le dico “si ho saputo e sono molto triste, ma ogni persona ha una storia diversa, ogni persona ha un futuro diverso, non abbia paura, stia tranquilla”. Lei guarda di lato dove ci sono la figlia e la nipote. Vengono sempre ad accompagnarla, non la lasciano mai sola. Lo so bene, non abbiamo paura per noi, il nostro pensiero di cura e di preoccupazione è per le persone che amiamo e che ci amano. Ci riguardiamo negli occhi. Ci siamo intese. Silenziosamente. Le lascio la mano. L’infermiera la chiama per fare terapia. “Ci vediamo dentro” mi dice. “Certo” . Mi fa un sorriso mentre la figlia e la nipote la portano a fare chemioterapia. 💙fino a qui tutto bene💙 #me #love #life #cancer #cancerfighter #fight #amore #home #cure #therapy #colors #breast #breastcancer

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Sabrina Paravicini racconta l’atmosfera che si respirava in ospedale martedì, giorno della scomparsa di Nadia Toffa. Un silenzio irreale nella sala d’attesa, spiega l’attrice, tutti avevano paura di pronunciare la parola ‘morta’, e ognuno inevitabilmente pensava alla propria situazione, invaso dalla paura. Sabrina ha raccontato di aver incontrato le sue compagne di chemio, in particolare una donna anziana, che le ha chiesto se avesse sentito la notizia di Nadia. ‘Ho saputo, ma ogni persona ha una storia diversa, non abbia paura, stia tranquilla’, ha risposto la Paravicini, per dare coraggio e speranza alla donna. Poi uno sguardo pieno di significato verso i loro cari che le accompagnavano in ospedale, uno sguardo che contiene tutti i pensieri e le preoccupazioni rivolte a loro che subiscono indirettamente questo dolore. ‘Fin qui tutto bene’, conclude l’attrice, che sempre chiude così tutti i suoi post su Instagram, proprio per darsi e dare coraggio.

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