Alessandro Tersigni, Vieni da Me: “Ho cantato per il Papa”

Il Paradiso delle Signore, Alessandro Tersigni si racconta a Vieni da Me con Caterina Balivo.

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Vieni da me, oggi, 14 ottobre 2019. Lo studio Rai di Caterina Balivo ricomincia una nuova settimana e, a raccontarsi al gioco della cassettiera, c’è Alessandro Tersigni direttamente da Il Paradiso delle Signore. Ha da poco compiuto 40 anni e ha fatto moltissime serie tv come Don Matteo, I Cesaroni, Un Medico di Famiglia e ora, con sua moglie Maria Stefania, e il loro piccolo ha una vita ricca di gioia e di amore oltre che successo.

Il passato di Tersigni: tra comparsate e il ruolo da corista per il Papa

Inizia così il momento di ripercorrere la vita lavorativa e personale di Tersigni che spiega che aveva iniziato come comparsa. “Tanti anni fa avevo iniziato a lavorare nel mondo del cinema e avevo fatto la comparsa nel film, Il Talento di Mr.Ripley. Facevo il paesano che passeggiava, saliva su una scala. Sono stato quattro giorni lì, 25 ore al giorno”. Sempre nel suo passato lavorativo Alessandro ha fatto anche il fotomodello: “Facevo scatti per giornali di moda, me la cavavo bene. Era abbastanza remunerativa e piano piano ho creato il mio percorso che mi ha portato nel mondo del cinema”. Rivedendosi in alcuni frame del suo passato lavorativo si imbarazza e dichiara che fa sempre strano guardarsi in televisione. “Ho intrapreso un percorso, ho studiato, non mi sono inventato e ho fatto molte fiction, ma lo step da zero a 1 è abbastanza difficile”.

Tersigni cantava per il Papa

Dalla cassettiera di Caterina Balivo esce poi una sciarpa bianca che riporta Tersigni al suo passato da corista: “Ho fatto le elementari dalle suore e sono stato prescelto per andare nel coro dell voci bianche della Cappella Sistina del Papa. Abbiamo girato l’Italia, cantavo per il Papa, è stata una bellissima esperienza che porto dentro con affetto”. Tersigni spiega che lui è stato molto contento di questa esperienza, ma soprattutto i suoi genitori erano entusiasti di questa cosa. Ma da piccolo non era così tranquillo anzi: “Mi chiamavano Attila in realtà”.

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