Cos’è l’immunità di gregge e perché è così importante?

Perché tutti parlano dell’immunità di gregge? Cos’è e perché potrebbe aiutarci con il Coronavirus?

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Immunità di Gregge Pixabay

Prima Boris Johnson, poi tanti altri scienziati. Tutti a sostenere che l’immunità di gregge sarà una delle poche armi realmente efficaci a nostra disposizione per combattere il Coronavirus. Ma di cosa si tratta? Perché dopo aver sentito informazioni sconnesse sembra che sia un invito a cena nei confronti del Covid-19, se ci passate il gioco di parole. Cerchiamo allora di capire cos’è veramente l’immunità di gregge e come si fa per raggiungerla il prima possibile. 

Cos’è l’immunità di gregge

Come riporta la Fondazione Veronesi, in modo molto semplice e chiaro, l’immunità di gregge, altrimenti detta immunità di gruppo, è un fenomeno per cui quando si raggiunge un livello di copertura vaccinale (oppure quando la malattia è stata superata con anticorpi propri, senza vaccinazione) per una infezione si possono considerare al sicuro anche le persone non vaccinate o, nel caso specifico, senza anticorpi. Questo accade perché se intorno a noi ci sono tante persone che hanno gli anticorpi e non possono trasmettere la malattia, questa non riesce a diffondersi.  Su Wikipedia la spiegazione è ancora più semplice: “L’immunità di gregge, detta anche immunità di gruppo o immunità di branco, in medicina può essere definita come la capacità di un gruppo di resistere all’attacco di un’infezione, verso la quale una grande proporzione dei membri del gruppo è immune”

Come funziona e quando si può ritenere efficacie?

Chiaramente la soglia minima di raggiungimento dell’immunità di gruppo varia a seconda del tipo di infezione. Generalmente ci si considera al sicuro quando almeno il 95% delle persone sono vaccinate o con gli anticorpi che la rendono immuni. Per calcolarla torna utile quell’indice di cui abbiamo sentito parlare spesso in questi giorni, il R0 ossia il numero di riproduzione di base. Questo altro non è che il numero medio di infezioni che sono causate da un singolo individuo. Il potere, se così si può definire, dell’immunità di gregge è poi molto importante  perché porta con sé due vantaggi: la ridotta trasmissibilità e la riduzione del ceppo infettivo. Questo implica, senza infilarci in complicatissimi dati che la riduzione del rischio di contagio con l’immunità di gregge scende di almeno tre grandezze. 

Quando la raggiungeremo con il Coronavirus?

Secondo recenti studi però questa immunità di gruppo è ancora lontana. Svariati scienziati hanno infatti ipotizzato che almeno il 70% della popolazione mondiale dovrà essere colpita dal Coronavirus, prima di parlare di immunità di gruppo.

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Questo implica ancora minimo 18 mesi di emergenza, con anche scenari poco rassicuranti come una nuova ondata di contagi molto forte in autunno, oppure un proseguo costante delle infezioni anche in estate senza sosta fino alla fine del 2021. 

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