Fase 2, Gianni Rezza: “Il virus circola ancora, serve un grande lavoro per intercettare focolai”

Gianni Rezza commenta l’inizio della Fase 2 e si esprime sulle terapie intensive in Italia: ecco le parole del Direttore del Dipartimento malattie infettive dell’Istituto Superiore di Sanità.

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Gianni Rezza direttore dipartimento malattie infettive dell’ISS, ha parlato ad Agorà in onda su Rai Tre ed ha svelato cosa succederà in questi giorni e come bisogna comportarsi

E’ cominciata in Italia la Fase 2 dell’Emergenza Coronavirus. Secondo quanto deciso dal governo, il nostro paese da oggi torna a lavoro continuando ad utilizzare tutte le misure di sicurezza per prevenire ogni ulteriore contagio. Gli italiani sono pronti a convivere con il virus. Gianni Rezza, Direttore del Dipartimento malattie infettive dell’Istituto Superiore di Sanità, è intervenuto in collegamento Skype durante il programma Agorà in onda su Rai Tre questa mattina di 4 maggio 2020. Secondo l’infettivologo, l’Italia dovrebbe comportarsi come la Germania: il fatto che ci siano molti posti in terapia intensiva, non significa che bisogna riempirli. Oltretutto il virus non è stato debellato e dunque serve ancora tanta pazienza ed usare tutti i mezzi di sicurezza per non diffondere il contagio. I cittadini devono essere responsabili e la sanità pubblica pronta ad intercettare eventuali ritorni in campo del virus. Ecco le parole dell’infettivologo.

Coronavirus Fase 2, Gianni Rezza: “Il virus circola ancora, serve un grande lavoro per intercettare focolai”

Oggi parte la Fase 2 dell’emergenza Coronavirus. Come bisognerà comportarsi? Gianni Rezza in collegamento Skype ai microfoni di Rai Tre, durante il programma Agorà, oggi 4 maggio, ha parlato dell’inizio della nuova fase dell’emergenza sanitaria ed ha commentato anche l’aumento delle terapie intensive in Italia. “C’è bisogno di riaprire il Paese, nessuno regge un lockdown così a lungo. Tutti vogliono riprende a vivere. Questo virus circola ancora, ci sono casi nelle residenze assistite. Vorrei che scomparisse ma non credo che il sogno si avveri presto, bisogna raddoppiare gli sforzi per cercare di arginare la diffusione. I cittadini devono avere comportamenti responsabili per quanto possibili. La Sanità pubblica deve essere pronta ad intercettare eventuali ritorni in campo, soprattutto a livello territoriale” ha detto il Direttore del Dipartimento malattie infettive dell’Istituto Superiore di Sanità.

L’infettivologo si è poi espresso sulle terapie intensive: “I posti in terapia intensiva era ovvio che andavano aumentati, era un atto dovuto. La Germania ha moltissimi posti ma cerca di non farle arrivare le persone in terapia intensiva: bisogna fare molti controlli, dobbiamo essere bravi sul territorio. Il fatto di avere più posti non vuol dire che dobbiamo riempirli, serve un grande lavoro per intercettare focolai e rintracciare i contatti“.

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