‘Dove sono oggi’, Pamela Petrarolo: “La mia adolescenza ‘atipica’ a Non è la Rai, il rapporto con Ambra Angiolini…”

‘Dove sono oggi’, intervista esclusiva a Pamela Petrarolo, star di ‘Non è la Rai’: “Ho avuto un’adolescenza atipica, il rapporto con Ambra Angiolini…”

Pamela Petrarolo Non è la Rai
Pamela Petrarolo ha parlato in esclusiva ai microfoni di Sologossip: “La mia adolescenza a Non è la Rai è stata ‘atipica’, il rapporto con Ambra Angiolini…”, ecco le sue parole nel dettaglio

Pamela Petrarolo è stata una delle protagoniste di ‘Non è la Rai’, l’indimenticabile programma ideato e diretto da Gianni Boncompagni, andato in onda dal 1991 al 1995. Il suo talento nel ballo e nel canto le valse il soprannome di ‘The Voice’ e le ha permesso, nel tempo, di incidere ben 3 dischi, l’ultimo nel 2018. Dopo l’esperienza a ‘Non è la Rai’, Pamela si è dimostrata un’artista poliedrica e ha spaziato dalla tv alla musica, fino al teatro. La sua carriera ha subito, poi, un momento di stop tra la fine degli anni ’90 e i primi 2000, per poi ripartire con nuove opportunità, compresa la partecipazione, nel 2006, al reality ‘La Fattoria’ e il ruolo di giudice a ‘All Together Now’ nel 2019. Mamma di due bambine, lo scorso maggio la Petrarolo ha annunciato in tv di essere incinta per la terza volta. Nell’intervista rilasciata in esclusiva a Sologossip per la rubrica ‘Dove sono oggi’, ha svelato il sesso del suo bebè e soprattutto si è raccontata a 360 gradi, spiegando com’è stata la sua vita durante e dopo l’esperienza a ‘Non è la Rai’.

‘Dove sono oggi’, intervista esclusiva a Pamela Petrarolo: “La mia adolescenza atipica a Non è la Rai, il rapporto con Ambra Angiolini…”

  • Ciao Pamela, la tua carriera è cominciata in realtà due anni prima di ‘Non è la Rai’, con la partecipazione a ‘Domenica In’. E’ corretto?

“Esatto, io ho debuttato nel 1989 a ‘Domenica In’, con la conduzione di Edwige Fenech e la regia di Gianni Boncompagni. Feci un provino perché loro cercavano una mascotte, una sorta di ‘bambina prodigio’, e venni presa. Così ho conosciuto Boncompagni ed è cominciata la mia storia artistica.”

  • Da lì poi sei passata a ‘Non è la Rai’?

“Sì, anche se c’è stato un anno in cui sono stata ferma. Boncompagni mi chiamò anche per l’edizione di Domenica In del 1990, ma mia madre non mi ci mandò perché dovevo prendere la licenza media. Ma evidentemente era destino, perché poi è arrivata ‘Non è la Rai’ e sono tornata in tv”.

  • Tu sei stata una delle protagoniste più importanti di ‘Non è la Rai’, insieme ad Ambra Angiolini…

“Sì, ma anche perché io sono stata una veterana, ho fatto tutt’e 4 le edizioni, a differenza di altre. La stessa Ambra, ad esempio, ha fatto solo le ultime due edizioni”.

  • Com’è il tuo rapporto con lei? Vi siete tenute in contatto negli anni?

“Devo dire che da quando lei si è trasferita a Brescia, il nostro rapporto si è automaticamente allentato, è stata una cosa fisiologica. Già quando si vive nella stessa città è difficile vedersi perché ci sono i tanti impegni quotidiani legati magari a famiglia, lavoro, sport, viaggi. Insomma, è capitato che ci siamo incontrate in situazioni di lavoro e qualche volta ci siamo sentite, ma un rapporto più ‘fisico’ e di frequentazione vera e propria lo vivo con le mie amiche che sono a Roma”.

  • Che esperienza è stata per te ‘Non è la Rai’? Cosa ha significato?

“Quell’esperienza ha toccato innanzitutto un momento importante della mia vita, che è stata l’adolescenza, perché io ho cominciato a 14 anni e ho finito a 18, quindi sono diventata maggiorenne a ‘Non è la Rai’ e ho vissuto lì tutte le tappe più importanti. Sicuramente avere un successo così grande, quasi surreale, in età adolescenziale può essere difficile da gestire, ma mi sento anche di dire che ero una ragazzina in parte inconsapevole di quello che mi stava accadendo. Di sicuro la mia è stata un’adolescenza un po’ ‘atipica’. Basti pensare che le centinaia di ragazzine che venivano ogni giorno fuori gli studi di ‘Non è la Rai’ sognavano di entrare in quello che Gianni Boncompagni definiva ‘un Paradiso tutto al femminile'”.

  • Ma era davvero un ‘Paradiso’? Che atmosfera si respirava dietro le quinte, c’era rivalità tra voi ragazze?

“Guarda, il target di età era misto, perché c’erano circa 100 ragazze tra i 14 e i 20 anni. Questa differenza, in quella fase della vita, si sente molto, quindi c’erano diverse fazioni: le grandi stavano insieme e magari si frequentavano anche al di fuori del programma, organizzavano anche le uscite di sera. Noi che invece eravamo più piccole, ci vedevamo solo agli studi, lavoravamo insieme e finiva lì. Però sono nati comunque dei rapporti d’amicizia importanti, che poi sono durati nel tempo. Nel mio caso, ad esempio, con Manuela Panatta, Angela Di Cosimo, Eleonora Cecere e altre mie coetanee. E’ chiaro che un pizzico di sana rivalità c’è sempre, ma un po’ come accade in tutti gli ambienti. Però noi passavamo tanto tempo insieme, per cui anche se c’erano scaramucce, duravano davvero ‘da Natale a Santo Stefano'”.

  • Dopo ‘Non è la Rai’ hai fatto carriera in diversi ambiti, dalla tv al teatro alla musica. Quale pensi sia la strada che più ti appartiene?

“Io sono stata sicuramente una ragazzina cresciuta a ‘pane e televisione’, faccio parte di quella generazione degli anni ’90 che aveva come punto di riferimento la tv, visto che non esistevano i social. In quel periodo, infatti, in televisione c’erano molti più programmi e più varietà, quindi sicuramente la tv è il mio primo amore. Però io ho sempre considerato l’arte a 360 gradi, nel senso che per me il canto non esclude il ballo, la recitazione e così via. Nella mia carriera di showgirl io ho sempre fatto performance che univano ballo, canto e anche un po’ di recitazione, poi ho provato anche la conduzione e il teatro. Quest’ultimo ha una caratteristica che mi appartiene molto, perché comunque permette di instaurare un rapporto più diretto e ‘veritiero’ con il pubblico, a differenza della tv, che ha sempre il filtro della lucina rossa. Però, ripeto, se dovessi fare una scelta, non ci riuscirei, perché ho sempre studiato per fare tutte queste cose”.

  • A un certo punto, tra la fine degli anni ’90 e i primi anni 2000, ti sei un po’ allontanata dal mondo dello spettacolo. Come mai?

“Sì, perché nelle mie priorità per il futuro c’era il desiderio di costruire una famiglia. Ho sempre pensato che questo lavoro non potesse essere per sempre e che quindi fosse importante accompagnare quella passione alla realtà della vita quotidiana, proprio per dare un senso a tutto. Poi, sai, le cose non accadono mai per caso. Ci sono state anche magari situazioni di offerte di lavoro che non sentivo giuste per me. Io sono una che non si è mai accontentata, non per presunzione, ma perché ritengo importante fare cose che appartengono al mio modo di essere. Ci sono magari artisti che pur di apparire fanno tutto, mentre io sono abbastanza selettiva, ho cercato sempre di accettare solo lavori che facessero parte della mia storia artistica. Fare, ad esempio, solo l’opinionista da salotto era una cosa che mi stava scomoda, e penso che la gente da casa lo capisca quando i ruoli sono un po’ forzati”.

Pamela Petrarolo Non è la Rai
Pamela Petrarolo al tempo della sua partecipazione a ‘Non è la Rai’ (fonte foto: Instagram Pamela Petrarolo)

Pamela oggi, tra famiglia e progetti futuri: “Ora aspetto una femminuccia”

  • In che fase sei ora dal punto di vista lavorativo?

“Guarda, io ho iniziato a 12 anni, quindi ho avuto la fortuna di vivere questo lavoro, tra alti e bassi, avendo sempre tanto tempo davanti. Pensa che quando sono arrivata a 30 anni ero anche un po’ stanca, visto che ho comunque bruciato un po’ le tappe dal punto di vista professionale: un’adolescente che sta in tv tutti i giorni, fa le prove tutti i giorni, di sicuro si diverte, ma lavora anche tanto. Quindi a un certo punto ho sentito proprio la necessità di assaporare l’altra parte della vita. Oggi non mi vado a cercare le cose: se mi capitano, bene, ma non ne faccio una questione di vita o di morte. Diciamo che cerco sempre di stare serena, senza fare troppe rincorse, che magari mi farebbero anche male. Perché poi il nostro lavoro è fatto anche di grandi punti interrogativi. Per esempio capita che ti propongano delle cose, magari firmi anche, ma poi per tanti motivi il progetto può saltare. Da ragazzina questa cosa mi fregava e ci stavo male, ma poi mi sono fortificata e mi sono abituata anche ai ‘no’, che spesso non sono nemmeno rivolti a me, ma dipendono dai milioni di meccanismi che girano intorno alla tv”.

  • Ora sei incinta per la terza volta, come stai vivendo questo momento?

“Sì, aspetto la mia terza figlia, un’altra femminuccia! Oggi devo dire che sono molto contenta. Sicuramente  dal punto di vista artistico mi sono tolta tutte le soddisfazioni possibili, perché ho fatto un po’ di tutto, ma sono anche una che si mette a disposizione: ora mi è capitata questa gravidanza, quindi mi prendo questo momento per me, me lo godo, poi non escludo che possa tornare a fare qualcosa. Mi sono diplomata anche come insegnante di danza per crearmi un’alternativa, visto che questo lavoro non è per sempre”.

  • Oltre a dedicarti, giustamente, a questo momento presente, hai già dei progetti per il futuro?

“Sicuramente ci stiamo organizzando per girare un videoclip a settembre, con il pancione. Abbiamo preparato un singolo, una cover di una canzone molto famosa che abbiamo riarrangiato in versione dance-pop. Se riesco e se va tutto bene con la gravidanza, faccio questa cosa. Poi a dicembre partorisco e per il futuro vedremo cosa succederà”.

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